Licenziato perché ubriaco al lavoro, tribunale lo reintegra e condanna l'azienda: «Non è una condotta abbastanza grave»

L'azienda è stata inoltre condannata al risarcimento di 47mila euro nei confronti del dipendente

Licenziato perché ubriaco al lavoro, tribunale lo reintegra e condanna l'azienda: «Non è una condotta abbastanza grave»
Licenziato perché ubriaco al lavoro, tribunale lo reintegra e condanna l'azienda: «Non è una condotta abbastanza grave»
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Giovedì 27 Aprile 2023, 16:13

La tradizionale frase "non posso, sono in servizio", legata al consumo di alcol durante l'orario lavorativo, a volte può essere trascurata. Così ha stabilito un tribunale spagnolo, dove un elettricista era andato al lavoro ubriaco: prima è stato lincenziato e poi reintegrato dal giudice oltre ad essere risarcito di 47mila euro. Aveva bevuto 3 litri di birra in orario lavorativo, ma il giudice ha sostenuto che l’uomo voleva solo “rinfrescarsi” e che non ci sono prove concrete che fosse ubriaco.

La sentenza

Il Tribunale Superiore di Giustizia (TSJ) di Murcia ha accettato il ricorso contro la ditta spagnola e ne ha disposto il reintegro: secondo il tribunale la scelta era stata sbagliata perché non c’è prova che dimostri lo stato di ubriachezza del dipendente durante le ore lavorative e nemmeno l’incapacità di svolgere le sue mansioni. E c'è dell'altro: la ditta non avrebbe tenuto conto del caldo torrido presente nella regione sud-orientale di Murcia in piena estate.

Il precedente

Il giudice ha anche ricordato come fosse stato sanzionato anche un altro dei colleghi che accompagnava il dipendente all'assunzione, ma con una pena inferiore rispetto al lavoratore (sospensione del rapporto di lavoro e retribuzione per 20 giorni), senza che l'azienda fornisse spiegazioni in merito questa differenza di trattamento.

I fatti risalgono all'estate del 2021, quando il dipendente, in servizio da più di 27 anni, è stato prima fatto seguire da un investigatore privato durante il turno e poi licenziato per l’eccessivo consumo di alcol sul posto di lavoro. Secondo la ricostruzione fatta dall’investigatore, nel corso delle giornate l’elettricista si sarebbe fermato più volte a bere in diversi bar, acquistando birre da portare con sé durante gli spostamenti col furgone.

La lettera di licenziamento

Nella lettera di licenziamento del 5 settembre 2021 si forniva una dettagliata descrizione del comportamento del lavoratore nei cinque giorni di luglio e settembre, nei quali consumava diversi litri di birra.

L’uomo, insieme ad un collega, fosse stato visto mentre “ordinava un drink alle 8:27 del mattino” anche se era difficile per il detective dire se la bevanda fosse alcolica o no. Lo stesso giorno, all’ora di pranzo, l’uomo avrebbe acquistato quattro lattine di birra San Miguel e una bottiglia da un litro di birra Estrella de Levante, per poi, verso le 18:30, compra l’ennesima lattina prima di rientrare in azienda. Due settimane dopo, sempre secondo il detective, l’uomo con due colleghi avrebbe consumato un totale di sette litri di birra in mezza giornata, oltre a un paio di lattine di Heineken e un bicchiere di brandy nel pomeriggio.

Le motivazioni

Per l’azienda il motivo del licenziamento è semplice: “Un consumo ripetuto ed eccessivo di alcol durante il lavoro che mette in pericolo la sua incolumità e quella dei colleghi”. Tuttavia, per l’Alta corte di Murcia non è dimostrabile che l’uomo fosse ubriaco e nemmeno quanta birra avesse bevuto lui e quanta i colleghi, “in nessun momento il detective ha fatto menzione di segni di ubriachezza o di goffaggine nei movimenti”.

Così come recita la sentenza: “Non esiste alcuna prova che dimostri senza dubbio che l’uomo fosse sotto l’effetto dell’alcol (…) né è stato dimostrato che le sue facoltà fisiche e mentali siano state ridotte durante lo svolgimento dei suoi compiti di elettricista”. La Corte ha concluso sottolineando che i fatti si sono svolti durante la calda estate murciana, sotto il sole che nelle ore più calde sfiora i 40°C, specificando come “il bere sia avvenuto quasi esclusivamente durante le pause ristoratrici della giornata. L’uomo ed i colleghi hanno bevuto insieme, in modo più o meno sano, quando stavano anche mangiando e avevano bisogno di rinfrescarsi”.

Per tutti questi motivi, il TSJ di Murcia qualifica il licenziamento come illegittimo e costringe l'azienda a scegliere tra reintegrarlo e pagargli lo stipendio che avrebbe dovuto percepire per il periodo di assenza o versargli un compenso economico di 47.028 euro.

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