La salvaguardia della parola affidata ai versi della poesia: De Signoribus presenta "Il villaggio oscuro"

La salvaguardia della parola affidata ai versi della poesia: De Signoribus presenta "Il villaggio oscuro"
La salvaguardia della parola affidata ai versi della poesia: De Signoribus presenta "Il villaggio oscuro"
di Laura Ripani
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Martedì 2 Maggio 2023, 09:02

CUPRA MARITTIMA- "Il villaggio oscuro" è il nuovo libro di poesia dell'intellettuale di Cupra Marittima Eugenio De Signoribus che inaugura la collana dal titolo "La pantera profumata" e prevede l'uscita di due titoli l'anno, per Manni. La serie di opere vede, come curatore, il letterato di fama internazionale Antonio Prete il quale ha deciso di assegnare proprio a De Signoribus l'esordio non a caso: è stato infatti il primo poeta al mondo, vivente, al quale la prestigiosa università Sorbona di Parigi ha dedicato un'intera giornata di studi nel 2015.

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Le motivazioni

Lo stesso Prete ha invitato De Signoribus - proprio perché ritenuto «uno dei più stimati del panorama odierno» a scrivere un libro con il quale inaugurare la propria collana. De Signoribus, in questo volume, intraprende un'operazione di salvaguardia della parola opponendosi alla «pratica narcisistica della stessa» con un linguaggio modesto, anti retorico, attraverso versi molto leggeri, domestici, ma di notevole spessore e caratura. Per il suo linguaggio, il poeta fa interagire fra loro diversi "dialettismi" della terra marchigiana con uno scambio fra parole colte e di uso comune. Insomma un sapiente utilizzo di alto e basso visto che entrambi fanno parte del bagaglio preparato dal poeta per spostare la percezione del proprio tempo.

Il bagaglio

«Il bagaglio -, dice il poeta -deve consolidarsi e essere vivo allo stesso tempo»: dal colto al volgare, dal lessico unitario alla parlata popolare e domestica questi sono, secondo De Signoribus, gli ingredienti che concorrono a «rielaborare una lingua che non sia consumabile immediatamente, ma che sia resistente come un ramo più che come una foglia». «L'itinerario poetico di Eugenio De Signoribus - spiega Prete - trasmuta nella vita della lingua le lacerazioni e le opacità e i bagliori dell'esistenza.

Accoglie il visibile con le sue ferite, con il suo chiuso orizzonte in un movimento del verso la cui musica non vela l'asperità, e nella forma dolorosa lascia trasparire quella dolcezza che per i primi poeti della nostra lingua era il proprio della poesia. "L'amore della lingua contiene gli altri amori". Insomma è ancora la riflessione sulla poesia che modula sia nella forma della prosa sia nella forma del verso.

Il dialogo

«La prossimità al visibile della natura alla sua bellezza - si legge nella prefazione dell'opera-, dialoga con la meditazione sul male che assedia il nostro tempo, la peregrinazione nell'ombra non distoglie lo sguardo dalla luce. Come la malinconia non è separata dall'indignazione, l'esplorazione interiore non distrae dal compito civile di denunciare le forme violente del potere». De Signoribus, annoverato nella ristretta cerchia dei migliori poeti italiani viventi, per il filosofo Giorgio Agamben è «il più grande poeta civile della sua generazione». Con il suo "Il villaggio oscuro" è candidato allo Strega dal quale saranno poi selezionate le opere che entreranno in finale.

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