Il Palazzo che sa rigenerarsi. Urbino ospiterà l'esposizione sulla sede della Galleria Nazionale delle Marche

Il Palazzo che sa rigenerarsi. Urbino ospiterà l'esposizione sulla sede della Galleria Nazionale delle Marche
Il Palazzo che sa rigenerarsi. Urbino ospiterà l'esposizione sulla sede della Galleria Nazionale delle Marche
di Lucilla Nicolini
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Venerdì 28 Aprile 2023, 12:32

«È tempo di aggiornare il rapporto tra noi contemporanei e il Palazzo Ducale di Urbino, a tanti secoli di distanza dal principato di Federico da Montefeltro». Inizia così, con le parole di Luigi Gallo, la cerimonia di inaugurazione della mostra "Il Palazzo Ducale di Urbino. I frammenti e il tutto". Edificio funzionale e interconnesso come un organismo, centro propulsivo di Urbino: così appare il palazzo alle frotte di studenti e ai turisti, che affollano ogni giorno il cortile d'onore e le sale della Galleria Nazionale delle Marche.

Le linee perfette

Perfetto nelle linee, disegnate da Luciano Laurana e da Francesco di Giorgio Martini, nei secoli ha cambiato funzione: divenuto sede di legati pontifici, poi carcere, tribunale, magazzino di sali e tabacchi, archivio notarile, Accademia Raffaello e Scuola del Libro, la "città in forma di palazzo", per dirla con Baldassarre Castiglione, non ha mai smesso di svolgere la funzione di cuore pulsante della città.

E non appena lo storico dell'arte Luigi Gallo ha assunto il ruolo, due anni fa, di direttore della Galleria, si è dato l'impegno irrinunciabile di valorizzare, oltre al patrimonio artistico che il palazzo custodisce ed espone, la struttura stessa, svelandone i segreti. «Per farne scoprire l'importanza e la complessità storica e architettonica, sulle orme di Pasquale Rotondi, che durante l'ultima guerra lo perlustrò palmo a palmo, per raccontarlo in un libro», Luigi Gallo ha curato la mostra, che resterà aperta fino al 5 novembre, assieme all'architetto Luca Molinari. Insieme hanno escogitato una modalità di divulgazione, che punta sulla capacità dell'edificio di "rigenerarsi" nel tempo, e di parlare ai contemporanei. E sono ricorsi all'inventiva di studenti e giovani ricercatori dell'Isia di Urbino e del Dottorato di Ricerca Architettura Teoria e Progetto dell'Università la Sapienza di Roma, in un articolato percorso, che definisce "un quadrato perfetto". Nelle Soprallogge del piano nobile, che affacciano con grandi finestre sui quattro lati del cortile d'onore, l'originale esposizione dimostra come le giovani generazioni, guidate dalla sapienza dei loro maestri e dallo sguardo acuti di alcuni artisti, possano trarre ispirazione dalle forme ideate nel passato per un'indagine che guarda al futuro.

Ognuno dei quattro luminosi corridoi è dedicato, grazie all'elegante, razionale allestimento di Francesco Librizzi, a un campo di ricerca sul palazzo. Gli "elementi", rosoni, porte, architravi, camini, finestre, sono squadernati in grandi foto, realizzate dagli studenti del corso di Fotografia dell'Isia, sotto la guida di Paola Binante; le funzioni della galleria, dal restauro all'esposizione delle opere, sono documentate da gigantografie in bianco/nero, suggerite da Armin Linke, che pendono dal soffitto; poi, su schermi scorrono le elaborazioni digitali che gli studenti, coordinati da Radim Pesko e Jonathan Pierini, hanno fatto delle scritte sull'architrave, nel cortile d'onore. Infine, tavole a sanguigna, carboncino e tempera di Guido Scarabottolo fanno il verso alle formelle sull'arte della guerra, progettate da Francesco di Giorgio Martini. Ai quattro angoli, Luca Molinari, Franco Purini, Sara Marini e Annalisa Metta danno la loro lettura del palazzo in relazione alle proporzioni, alla forma urbis, alle idee di Giancarlo De Carlo e al paesaggio di Urbino, cui è ormai parte integrante.

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