MACERATA- Al centro di questa nuova escursione la figura di Santa Sperandia. La passeggiata culminerà con la scoperta dell'eremo incastonato nel verde tra San Severino Marche e Cingoli, in provincia di Macerata.
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La santa
Sperandia è nata a Gubbio, è la co-patrona di Cingoli e si dice che fosse una parente di Sant'Ubaldo, ma non ci sono documenti che indichino la parentela con il santo di Gubbio. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa trascorse i successivi dieci anni visitando i luoghi santi e i santuari di Roma e di tutta Italia. Entrò poi nel piccolo monastero benedettino di San Michele a Cingoli, dove poi divenne badessa. La tradizione tramanda anche il celebre miracolo delle ciliege. Nel mese di gennaio la santa aveva chiamato alcuni muratori per il restauro e l'ampliamento del monastero. Preparò loro da mangiare e a fine pasto chiese loro se avessero avuto bisogno di qualcos'altro. I muratori, presi da spirito goliardico, risposero che avrebbero gradito delle ciliege fresche. La santa, dopo aver fatto ricorso alla preghiera, vide apparirgli un angelo in atto di porgerle un cesto di ciliegie.
La partenza
L'escursione parte da uno spiazzo facilmente riconoscibile in zona San Lorenzo, e proseguirà su una strada asfaltata (attenzione alla mancanza di ombreggiatura che visto il periodo primaverile può essere una criticità da non prendere sotto gamba) per oltre 2 chilometri quando si troverà poi l'indicazione che permetterà agli escursionisti di imboccare il tratto finale del percorso caratterizzato da oltre 400 scalini alla scoperta di questo grande luogo di fede e devozione.
I consigli
L'escursione, pur non difficoltosa, non dovrà essere presa alla leggera. Oltre ad avere a disposizione cartografia per capire con esattezza la strada percorrere, attrezzature e scarpe adeguate per affrontare l'escursione. Scegliete con attenzione il giorno per effettuare l'escursione solo dopo aver verificato con attenzione la possibilità di rovesci. Altro dettaglio di non poco conto è quello legato alla scelta dell'orario di partenza: anche in questo caso il consiglio è quello di affrontare i chilometri previsti con la luce del sole per evitare di ritornare sui propri passi con il buio e potenziali rischi collegati alla scarsa visibilità durante il percorso (soprattutto quello di ritorno). Consigliato portare una buona scorta d'acqua.
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