Carpegna, da scoprire a piccole tappe, è forse una delle città marchigiane in grado di appagare davvero quel lato Indiana Jones che si cela in ogni viaggiatore curioso. D’obbligo una prima sosta al Palazzo dei Principi di Carpegna Falconieri, capostipiti dei Della Faggiola, dei Malatesta, dei primi Conti di Montefeltro. Monumentale palazzo seicentesco che domina il centro storico edificato sull’antica Rocca per volere del Cardinale Gaspare di Carpegna a metà del XVI. Sono visitabili gli ambienti di rappresentanza, la biblioteca archivio, la sala del Trono.
La cassaforte di Rotondi
Fu una delle casseforti del “monument man” italiano, Pasquale Rotondi.
La fortezza
Terza sosta, i resti – molto nascosti - della “Città fortezza del Sole” voluta da Cosimo I De Medici. Immersa nella natura, in un clima mite che consentiva di coltivare orzo, lino, piselli, doveva essere militarmente inespugnabile, in grado di catturare tutti gli allarmi della rete delle Rocche e delle Torre e il prototipo di un’idea di perfezione geometrica e architettonica. Fu tuttavia presidiata solo fino al 1673, anno in cui la guarnigione e il villaggio la abbandoneranno per colpa della “Piccola Era Glaciale” che dalla metà del XIV fino alla metà del XIX abbassò le temperature. Ci sono i resti del selciato della strada che sale sulla cima, della cisterna dell’acqua e di muri. Altra tappa, il Ranco, la più grande antica foresta di Cerri d’Europa dove si nasconde il bosco delle fate (località Cantoniera) vicino al Parco Avventura del Carpegna Park. Infine, l’Antica Stamperia della famiglia Francioni che, da sei generazioni, detiene i segreti della stampa a mano su tela con la ruggine. Protagonisti sono le matrici in legno, la farina di grano, l’aceto di vino e la polvere di ferro.
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