In bretone, per dire buongiorno si dice "Demat", parola forgiata negli anni 70 con l'intento di adeguare al francese l'antica lingua celtica nata 1500 anni fa. Questo perché salutare, per i fieri discendenti dei Celtici, non significa interessarsi alla persona ma lo diventa se si fa riferimento al contesto. Pertanto, se incontrano qualcuno diranno "Chwi a zo deuet ivez? (Anche tu sei qui!) e, all'aria aperta, "Tomm eo an Heol" (Quanto è caldo il sole!). Un eloquio metaforicamente da copiare. Perché la Bretagna va visitata senza mediare. Immergendosi nei suoi spettacolari e selvaggi paesaggi, nelle brughiere spazzate dal vento, nelle sue basse maree; immedesimandosi nella sua storia, nei suoi miti e nelle sue leggende.
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La prima tappa
Prima tappa, Rennes, la capitale. Vanta ben 286 case a graticcio risalenti al Medioevo. D'obbligo, la Cattedrale ma anche il Marché des Lices. Risale al 1622 ed è il secondo mercato più grande di Francia. Un consiglio: la promenade lungo il fiume "La Vilaine". Regala altri "point de vue", da fare a piedi o meglio ancora in bici. Con una e-bike, optare per il percorso lungo 45 chilometri con viste su castelli e mulini. Sul sito bretagna-vacanze.com, i punti noleggi e pure l'abbinamento con il treno.
Il sito megalitico
Il sesto giorno, Carnac, il più grande sito megalitico del mondo, 3 siti, 3mila menhir allineati in file precise. E Vannes con ai piedi dei bastioni un giardino fiorito grande 15 ettari e 30mila fiori. Infine, la foresta di Paimpont, regno di Merlino e di Re Artù.
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