“La baia incantata”, storie e personaggi che hanno costruito la leggenda di Portonovo

Il libro del giornalista Roberto Senigalliesi (Affinità Elettive) è un tuffo nella memoria dove l'acqua è più blu

“La baia incantata”, storie e personaggi che hanno costruito la leggenda di Portonovo
“La baia incantata”, storie e personaggi che hanno costruito la leggenda di Portonovo
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 6 Aprile 2023, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 15:29

ANCONA - Un tuffo dove l’acqua è più blu, a Portonovo. E nel passato: Roberto Senigalliesi non ha saputo resistere alla tentazione di raccogliere e sovrapporre, così come si fa con i sassi levigati dal mare in una composizione di stone balancing, i personaggi che, in un secolo, hanno costruito il mito della baia. Gli anziani delle cittadine del Cònero e di Ancona se li ricordano ancora, mentre i giovani ne conoscono solo i discendenti, che hanno ricevuto il testimone da nonni e genitori. E continuano a tramandare la leggenda.


Pochissimi possono immaginare che Portonovo fosse deserta, cento anni fa, frequentata soltanto da qualche contadino-pescatore del Poggio e dai cavatori di pietra, che venivano a lavarsi via la polvere con l’acqua limpida della fonte e del mare. Forse solo d’inverno si riesce a immaginare come dev’essere stata questa baia selvatica. Ma è un’illusione della mente, perché gli stabilimenti, in cemento, pietra e legno, hanno ormai alterato quell’ambiente primordiale, trasformandolo in una località turistica per grandi numeri.


Quando Emilia, all’anagrafe Giulia Palmina Gasparoni, posò accanto alla fonte chiacchierina il suo primo banchetto per vendere panini, e poi il pentolone per preparare un pasto caldo, cominciava a prender piede l’usanza di scendere a Portonovo per una merenda domenicale. La storia di Emilia, come quella di tanti personaggi di Portonovo, la racconta Senigalliesi in questo libro, ricco di fotografie: istantanee di gruppo in bianco/nero sulla spiaggia, ritratti e ricordi di ospiti eccellenti.


Tra loro, una giovanissima Virna Lisi, e Carlo d’Inghilterra, quando era ancora principe di Galles, che gustarono i piatti di Marisa, la figlia di Emilia e di Emilio Dubbini, e la sorridente ospitalità, ormai affermata sigla della baia.

Suscita curiosità nei turisti, questo album, e rimpianto, negli habitué, per i numi tutelari di Portonovo, che se ne sono andati. Ma non per sempre: i loro nomi e gli aneddoti tramandati di padre in figlio tra i bagnanti non scompariranno mai da questa riva sassosa. E dal Poggio, borgo di agricoltori, pastori e sagge massaie, dove questa storia è nata. Da qui, infatti, è partita la valorizzazione della spiaggia, quando s’è formata in Italia l’usanza di portare le famiglie al mare. L’intraprendenza e la lungimiranza degli antichi abitanti del Poggio tornano a ogni pagina di Senigalliesi che, senza trascurare neanche uno dei piccoli/grandi imprenditori balneari, dai Giacchetti ad Aldo Roscioni e Paolo Bonetti, allarga il raggio a vecchi e nuovi depositari della memoria: Alessandro Cortese de Bosis e Giuseppe Bartolucci. Quest’ultimo ci ha lasciato troppo presto, come Maurizio Fiorini, il figlio di Lamberto ed Elia, che ha potenziato il Premio Ginestra del Cònero. Ideato da suo padre con Giovanni M. Farroni e Bruno Fanesi, ha portato a Portonovo il meglio dell’arte contemporanea.

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