Sangue in casa e mani ferite: la lotta di Eleonora e Daniele contro l'assassino

Sangue in casa e mani ferite: la lotta di Eleonora e Daniele contro l'assassino
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 28 Settembre 2020, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 02:48

Tracce di sangue nella cucina e nel soggiorno. Un'ampia chiazza davanti alla porta di ingresso. Lì dove si sono spenti gli ultimi attimi di vita di Eleonora. E ancora sangue con parti del corpo di Daniele, squarciate dalle coltellate, sul pianerottolo di fronte alla loro casa al secondo piano della palazzina di via Montello, al 2, dove i due ragazzi erano andati a vivere poche ore prima che lunedì scorso un uomo armato da coltello da sub mettesse in atto il piano di distruggere le loro vite ed il loro futuro insieme lì, in quell'appartamento. Tracce dell'inizio della mattanza. Mobili ed arredi fuori posto parlano della concitazione di quei momenti che hanno distrutto i progetti di una giovane coppia-modello.

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Le prime coltellate in casa e poi il tentativo di sottrarsi alla furia cieca dell'assassino: è riuscita ad andare appena oltre la soglia di casa, Eleonora Manta, 30 anni, originaria di Seclì, laureata in Giurisprudenza con aspirazioni di entrare in magistratura e da luglio dell'anno scorso in servizio nel ruolo di funzionaria dell'ufficio pensioni della sede Inps di Brindisi. Il fidanzato Daniele De Santis, 33 anni, promessa arbitrale del campionato di calcio, in procinto di passare in serie B, ha percorso tutto il ballatoio tra i pianerottoli della sua casa e quellO di chi abita difronte: ha lottato con l'assassino, un tonfo assordante contro una delle porte ha messo in allarme i vicini. E due di loro istintivamente si sono affacciati ed hanno visto il ragazzo disteso per lungo sulle scale che conducono al primo piano. Ed hanno visto fuggire un uomo con in testa calato il cappuccio nero della sua felpa.
Sembra ormai accertata la sequenza del piano che verso le nove meno dieci della sera di lunedì 21 settembre - esattamente una settimana fa - ha messo fine alla vita di questa giovane coppia dilaniando i loro corpi con 60 coltellate. Trentacinque ad Eleonora e 25 a Daniele, ha stabilito l'autopsia del medico legale Roberto Vaglio. Colpi al busto, alla gola ed alla schiena. E colpi anche sulle mani che dicono dei disperati tentativi dei due giovani di difendersi dalla furia di quell'uomo che dovrà avere covato un rancore personale particolarmente carico di follia omicidiaria per trasformarlo in un assassino violento, spietato ed accanito ma anche accorto a cercare di evitare le telecamere degli impianti di videosorveglianza di quella zona di Lecce fra la stazione ferroviaria ed il centro storico.
Il numero delle coltellate e la posizione dei corpi sta facendo propendere gli inquirenti per la possibilità che ad aprire la porta all'assassino sia stata Eleonora. E che Daniele sia intervenuto nel tentativo di bloccarlo, probabilmente lo ha inseguito ed ha ricevuto le coltellate mortali sul pianerottolo dei vicini vista la scarsa presenza di tracce di sangue sul ballatoio.
Le risposte arriveranno dagli accertamenti scientifici sui rilievi effettuati lungo tutta la notte di lunedì ed una parte della giornata di martedì dai carabinieri del Nucleo investigativo e della Compagnia di Lecce: stabiliranno a chi dei due ragazzi, o se sia all'uno che all'altro, appartengano le tracce di sangue trovate nel soggiorno ed in cucina.
Una serie di indizi, insomma, più che mai necessari visto che non ci sono testimoni oculari del delitto consumato la sera in cui sono arrivati i risultati definitivi delle elezioni regionali.
I residenti? Tre di loro hanno visto l'assassino fuggire. E non molto altro. Nessuno di loro ha aperto all'assassino il cancelletto pedonale del condominio ed il portone della palazzina, hanno stabilito i carabinieri. Sono stati Daniele ed Eleonora? È una ipotesi, ma sembra più concreta la possibilità che l'uomo armato di coltello da sub, con in spalla uno zainetto giallo, con indosso un paio di guanti in lattice di cui sono stati recuperati alcuni frammenti, abbia scavalcato la recinzione e sia entrato nella palazzina attraverso i finestroni laterali. Oppure che abbia atteso che il cancelletto ed il portone fossero lasciati aperti. Certo che avesse un quadro chiaro su cosa fare e dove andare, visto che il ritrovamento dei bigliettini con le strade da percorrere per evitare le telecamere conferma la premeditazione. Di errori però ne ha commessi: ha perso quei bigliettini e parte dei guanti, è stato ripreso dalle telecamere del sottopasso di via Rudiae ed è stato visto dai residenti.
E.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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