Piano riaperture, dai ristoranti e bar (pranzo sì, aperitivo no) ai cinema (con il tampone) agli stadi (al 30% della capienza): tutte le ipotesi

Dai ristoranti e bar (pranzo sì, aperitivo no) ai cinema (con il tampone) agli stadi (al 30% della capienza): le ipotesi del piano riaperture
Dai ristoranti e bar (pranzo sì, aperitivo no) ai cinema (con il tampone) agli stadi (al 30% della capienza): le ipotesi del piano riaperture
di Mario Ajello
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Lunedì 12 Aprile 2021, 17:24 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 00:32

Tutti a consultare il meteo in queste ore. Come sarà il tempo a partire dal 20 aprile? E ci sarà il sole o la pioggia il 25 aprile quando, probabilmente, almeno nel Lazio e in qualche altra regione, se i dati del contagio saranno migliorati si potrà fare il picnic senza paura di finire fuorilegge? Insomma, la sensazione generale è che ci siamo quasi. Dal 20 aprile le famose riaperture mirate o parziali, attese a lungo, rincorse come una chimera che potrebbe non essere più tale, finiranno per diventare reali. Ma incrociamo le dita. 

L'Italia da oggi è quasi tutta arancione: cosa si può fare e cosa può cambiare dal 20 aprile

Maglie più larghe

C’è già chi si dà appuntamento al ristorante per pranzo nella settimana (che sarà piovosa stando ai dati attuali del meteo) che va dal 20 al 26 ma tant’è: pur di mangiare tutti insieme, ma ben distanziati e in pochi in trattoria, almeno nelle regioni dove si potrà, si è pronti a prendere qualche goccia sulla testa o a stare riparati sotto una pergola o in un gazebo anche se non farà un caldo da aprile inoltrato. Insomma, a patto che la campagna vaccinale non rallenti troppo, a pranzo si potrà pranzare fuori ma a cena ancora no.

La mitigazione delle misure restrittive anti-Covid starebbe per arrivare - ma il ministro Speranza: «Prudenza, prudenza, prudenza» - per Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Liguria, Veneto, Basilicata, Molise, Trentino Alto Adige e Sicilia e se le altre miglioreranno le loro prestazioni anti-Covid anche nel resto delle regioni sarà così. Prima i ristoranti aperti a pranzo, poi spettacoli e musei, poi bar e palestre. Questo dovrebbe essere l’ordine.

 

Ristoranti e bar

Favoriti i locali con tavoli all’aperto. Nei bar ci saranno limitazioni per quanto riguarda le consumazioni al tavolino, e ingressi contingentati davanti al bancone. Ma una cosa è sicura: tornerà il cappuccino nella tazza di vetro, idem per il caffè. Via i secchielli di plastica (o di carta quando va meglio) nei quali si è bevuto finora, e non ci sarà  più l’obbligo di solo asporto. Gira l’ipotesi però di far chiudere i bar non più alle 18 ma alle 15 o alle 16, così come i ristoranti. Insomma, chi si aspetta subito il ritorno  dell’aperitivo serale e pre-serale, chi smania per tornare a Ponte Milvio  ed assembrarsi con lo spritz in pugno rischia di essere deluso. Almeno nella prima fase. 

Cinema e teatri

Quanto agli spettacoli, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, sta preparando, per portarle al Comitato tecnico scientifico, alcune «proposte concrete» sulla riapertura il 27 aprile,  in sicurezza, di cinema, teatri, musei ma anche spettacoli all’aperto. Il tutto a determinate condizioni: mascherina Ffp2 per la durata dello spettacolo, tampone effettuato nelle 48 ore precedenti, facilitazioni per i già vaccinati, preferenza della prenotazione online per evitare file e scambio di contanti. Nei musei visite a tempo. E a scaglioni. 
Se tutto va bene, si potrà ricominciare ad andare anche in palestra e in piscina. Si dovrà decidere se consentire solo lezioni individuali o anche di gruppo, ma sembra prevalere l’ipotesi della prima, almeno nel periodo iniziale. Poi da maggio si vedrà se ampliare il numero degli utenti di queste strutture sportive. Lo stessa gradualità viene prevista per l’università. Già oggi, per esempio all’ateneo di Roma Tre, si sono svolte lezioni ma con presenze contingentate. Pian piano si potrebbe infittire il numero dei presenti. Ma stando ben attenti, nelle università come altrove, a non correre troppo nella ricerca del ritorno alla normalità. 

 

Le attività

Riaprire subito tutto quello che si può è la linea su cui spingono soprattutto i presidenti regionali. Ed è la posizione che comincia a farsi largo sempre di più anche nel governo. Si fa largo l’ipotesi, per quanto riguarda i parrucchieri, che è questa: i parrucchieri indossano mascherine Ffp2, mentre per i clienti basta una mascherina qualsiasi. Ma ciò dipenderà da come le singole regioni intendono comportarsi. Le regole non saranno uguali ovunque. Nei ristoranti, a Roma, nel Lazio e ovunque, si punterà a far rispettare la distanza minima di due metri fra un tavolo e l’altro. Se siedono allo stesso tavolo e ci sono i separatori in vetro o plexiglass la distanza tra cliente e cliente potrà essere ridotta anche a un metro e mezzo. La prenotazione sarà altamente consigliata, i buffet ancora aboliti. Le mascherine saranno obbligatorie prima e dopo i pasti, gli esercenti dovranno mettere a disposizione all’interno dei locali prodotti igienizzanti. L’obbligo di mascherine c’è ovviamente per i dipendenti, sia per chi serve che per chi lavora nelle cucine.

Negozi

I negozi sotto i 25 metri quadrati potranno far entrare solo un cliente alla volta. Se la porta del negozio è unica, al titolare spetterà evitare che i clienti si incrocino. Se ci sono due porte invece una verrà destinata all’ingresso, l’altra all’uscita. Per i negozi di abbigliamento: i vestiti una volta provati non vanno sanificati ma chi li prova dovrà indossare mascherina e guanti. La sanificazione dei negozi invece dovrà avvenire ogni giorno come già avviene per esempio nel Lazio e in altre zone arancioni dove queste attività commerciali già sono in funzione. 
Più complicata la questione relativa agli stadi. Se non al 30 per cento, si sta ragionando per una riapertura al pubblico per il 25 per cento della capienza. Il problema di difficile soluzione, tuttavia, non è tanto il distanziamento da garantire sugli spalti, ma evitare che all’ingresso e all’uscita dalle strutture si creino assembramenti. Il ritorno del pubblico al quale si lavora riguarderebbe principalmente il calcio e il tennis.
La prossima settimana segnerà dunque un cambio di vita per molti italiani ma senza esagerare. Il liberi tutti ha già fatto i suoi danni, e guai a ripeterlo.

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