Variante Delta, oltre 500 italiani bloccati dal virus all'estero. «Fateli tornare». Le storie da Dubai, Grecia, Malta, Spagna

Covid, oltre 500 italiani bloccati dal virus all'estero. «Fateli tornare»
​Covid, oltre 500 italiani bloccati dal virus all'estero. «Fateli tornare»
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 16 Luglio 2021, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 10:58

Ci sono oltre cinquecento ragazzi italiani bloccati in vari Paesi europei perché positivi o semplicemente costretti alla quarantena poiché sono stati in contatto con amici contagiati. Il numero è destinato a crescere perché da luglio decine di migliaia sono partiti per Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Una minoranza dei giovani italiani in viaggio è vaccinata e dunque ha il Green pass, può spostarsi senza tampone antigenico. Ma la stragrande maggioranza non ha finito o non ha neppure iniziato il percorso vaccinale e prima di rientrare in Italia deve sottoporsi a un tampone rapido nella località in cui si trova in vacanza.

Variante Delta all'estero

Con la variante Delta che sta circolando soprattutto in Spagna, Malta e Grecia, molti stanno risultando positivi e restano bloccati là, costringendo tra l’altro alla quarantena anche amici che magari sono vaccinati ma per le regole sanitarie devono comunque isolarsi.

Il grosso dei “prigionieri” nei Covid hotel sono però adolescenti, età compresa tra 14 e 17 anni che non erano partiti in cerca di spiagge e discoteche, ma per studiare inglese.

Al momento ci sono 150 ragazzi in quarantena nei Covid hotel di Malta (di questi i positivi sono sessanta), mentre a Dubai sono 300, più di uno su tre è risultato contagiato. La Farnesina ha provato a intervenire, ma le regole locali - sia a Malta sia a Dubai - prevedono, anche per i negativi, un periodo di isolamento. Oggi si svolgerà una manifestazione davanti al Ministero degli Esteri per chiedere di «riportare a casa» i ragazzi bloccati a Malta. 

DUBAI
Il maxi focolaio. «Lasciati partire a contagio iniziato»
«Mio figlio ha 17 anni ed è tra i 300 ragazzi del corso di inglese bloccati a Dubai. Lui però non era tra quelli partiti il 30 giugno, ma era nel gruppo arrivato il 10 luglio. Ma se la situazione era già difficile, perché non hanno fermato le nuove partenze?». A parlare è un professionista romano padre di uno dei ragazzi bloccati a Dubai dove è a studiare inglese con i viaggi per studenti organizzati dall’Inps. I positivi sono 210, compresi 15 accompagnatori. Una incidenza del virus sorprendente. «Tenga conto che a mio figlio, prima di partire, è stato fatto il tampone molecolare, non l’antigenico. E all’arrivo è stato eseguito di nuovo. È evidente che è stato contagiato a Dubai, ma trovo inspiegabile che non si sia interrotta la catena dei contagi prima, annullando i nuovi arrivi». Alcuni ragazzi sono riusciti a tornare in Italia, aggirando la quarantena, con dei voli in connessione; ma gli altri 300, positivi e negativi, sono tutt’ora bloccati nel residence.

MALTA
«Mio figlio ha la febbre, lo stanno aiutando i nostri connazionali»
A Malta c’è una chat WhatsApp a cui sono collegati moltissimi dei ragazzi bloccati in quarantena nei Covid hotel: è seguita da un funzionario dell’Ambasciata italiana, ma i genitori sono comunque preoccupati. «E delusi - racconta Andrea Bova, romano, padre di Filippo in quarantena insieme alla fidanzata Sara - Ci saremmo aspettati più attenzione da parte dell’ambasciata. Filippo è positivo, i primi due giorni è stato male, ma nessuno è andato ad aiutarlo, neppure a portargli un termometro. Si è mobilitata solo l’Associazione terapia domiciliare Covid 19, i cui volontari invece gli sono stati vicino. E poi la comunità italiana di Malta si sta dando da fare. Avevo lanciato un appello, per tutti i ragazzi bloccati là, in molti hanno portato loro giochi da tavolo, magliette, fantastico». Filippo e Sara, 17 e 18 anni, non fanno parte del gruppone delle scuole, erano in vacanza in coppia per appena tre giorni. Si stima che coloro che siano rimasti bloccati sull’isola, al di fuori del nucleo del corso di lingue, siano una quarantina.

GRECIA
Romani e veneti, i due gruppi “prigionieri” a Ios

Ios un tempo era considerata l’isola del divertimento e delle esagerazioni. Oggi è una delle tante mete delle vacanze di giovani di tutta Europa, ma sono già due i gruppi di italiani bloccati perché tra di loro sono stati trovati dei positivi. Il primo è formato da romani, tutti studenti o ex dello stesso liceo, inizialmente erano in 14. Racconta Edoardo: «Ora siamo rimasti in 7, contatti stretti di una del gruppo risultata positiva. Qui Covid hotel non ci sono, ci ha salvato il proprietario della struttura con sei camere che ora ci sta ospitando gratuitamente». L’altro gruppo è composto da 15 giovani veneti, per loro è il tradizionale viaggio che segue l’esame di maturità. Sarebbero dovuti tornare a Venezia tre giorni fa. «Ora ci stanno arrivando anche segnalazioni di giovani pescaresi bloccati a Corfù - racconta l’avvocato Erich Grimaldi, di Ucdl e Comitato cure domiciliari Covid 19 - purtroppo lo Stato italiano sta abbandonando questi ragazzi, servivano dei protocolli precisi di intervento in modo da dare una risposta tempestiva».

SPAGNA
I sette ballerini in quarantena a Ibiza: «Nessuno li assiste»

Ibiza, Barcellona, Valencia. Anche dalla Spagna, uno dei Paesi europei in cui la variante Delta ha causato una accelerazione imprevista del contagio, stanno arrivando segnalazioni di italiani che sono rimasti bloccati a causa del Covid, perché contagiati o perché sono semplicemente dei contatti di persone infette. «E stiamo parlando solo delle richieste che arrivano al nostro sito» racconta l’avvocato Erich Grimaldi di Ucdl e Comitato cura domiciliare Covid 19. Uno dei primi casi è stato quello di otto ballerini in quarantena a Ibiza, sette di loro sono italiani. Erano andati nell’isola delle Baleari per lavorare, ma ora si ritrovano isolati perché dopo i primi sintomi, sono risultati positivi ai test. Hanno tutti tra i 22 e i 25 anni, tra di loro ci sono ragazzi campani e piemontesi. L’isola è molto ben organizzata dal punto di vista del servizio sanitario e ha previsto dei Covid hotel, ma secondo l’avvocato Grimaldi per ora i ragazzi non hanno ricevuto assistenza e sono isolati nell’albergo che li aveva scritturati per fare animazione.

 

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