Vaccini, saltano prenotazioni e fasce d’età: il fai-da-te delle Regioni

Vaccini, saltano prenotazioni e fasce d età: il fai-da-te delle Regioni
Vaccini, saltano prenotazioni e fasce d’età: il fai-da-te delle Regioni
di Francesco Malfetano
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Martedì 13 Aprile 2021, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 06:20

«La campagna vaccinale deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale». Con queste parole ieri il commissario straordinario per l’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo è stato costretto ad intervenire nuovamente e a tenere a bada le Regioni. 

Il riferimento stavolta è a Vincenzo De Luca che ieri, prima è entrato a gamba tesa nelle disposizioni del Governo sulla campagna vaccinale («Bisogna dare ossigeno alle categorie economiche, turismo su tutte. Noi continueremo a vaccinare per categorie, non intendiamo procedere per fasce d’età») e poi ha fatto un mezzo passo indietro dopo il comunicato piccato del commissario. «La categoria degli ultraottantenni in piattaforma sarà completata al 100% entro questa settimana - ha spiegato il governatore - e per i non deambulanti entro le due settimane successive. Le Asl impegneranno task force specifiche per le categorie fragili». 
È evidente però come, nonostante la direttiva Figliuolo dello scorso 9 aprile abbia fissato paletti precisi sull’avanzare della campagna vaccinale, persistano ancora alcune criticità o tentativi di fughe in avanti che mal si conciliano con quelle indicazioni. 

CONTRADDIZIONI

Fa discutere ad esempio il caso Puglia. La regione guidata da Michele Emiliano è attualmente terzultima in termini di somministrazioni sulle dosi consegnate, e fatica a trovare una quadra. Al punto che ieri le opposizioni hanno chiesto le dimissioni dell’assessore alla Sanita Pierluigi Lopalco. Al virologo è contestato l’ennesima contraddizione. Domenica infatti, dalla regione è stata diramata una circolare a tutte le Asl con cui veniva stravolto il piano vaccinale, consentendo agli ultrasessantenni e agli ultrasettantenni (la fascia di riferimento era 60-79 anni) di presentarsi, senza alcuna prenotazione, presso gli hub vaccinali per ricevere la propria dose. Un’indicazione vaga, immediatamente contestata dai sindaci pugliesi, che hanno poi ottenuto un chiarimento: «Per evitare “sovrafflusso”, nella giornata di lunedì 12 aprile verranno vaccinati negli hub della Puglia tutti i cittadini pugliesi senza fragilità di 79 anni – nati nel 1942 - Martedì 13 aprile, la vaccinazione sarà aperta alla fascia dei 78 anni - nati nel 1943 - Ovviamente, sino a esaurimento dei vaccini disponibili».

Un mezzo passo falso che il tacco dello Stivale forse avrebbe fatto meglio ad evitare, soprattutto dopo i numerosi episodi di assembramenti registrati nei giorni scorsi presso i centri vaccinali.

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Una situazione molto simile ieri si è riproposta anche in Basilicata. Nel tentativo di accelerare infatti (al momento i dati del governo dicono che qui sono state somministrate solo il 76% delle dosi disponibili), si è finito con il far ammassare centinaia di persone fuori dagli hub vaccinali. Nella Regione infatti era stato annunciato che per 3 giorni le vaccinazioni sarebbero state senza prenotazioni per coloro che hanno un’età compresa tra i 60 e i 79 anni e sono senza patologie. Il risultato però sono stati non solo diversi assembramenti tanto a Potenza quanto a Matera. 

CRITICITÀ

Non solo. Anche alcune mosse della Lombardia non paiono del tutto con l’intenzione del governo e del commissario di far correre innanzitutto le vaccinazioni degli anziani. La Regione infatti, ieri ha sì sospeso le prenotazioni per gli insegnanti ma non ha cancellato chi si era già iscritto alle liste vaccinali. «Per quanto riguarda gli insegnanti, dopo il provvedimento del commissario Figliuolo, abbiamo sospeso la somministrazione - ha dichiarato il presidente della Regione, il leghista Attilio Fontana - salvo per coloro che si erano già iscritti e avevano ottenuto un appuntamento. A questi completeremo l’operazione di somministrazione». E il vicepresidente Letizia Moratti ha aggiunto: «Per quelli che già si erano prenotati e non erano ancora stati vaccinati, che sono pochissime migliaia, finiremo le somministrazioni al massimo entro venerdì».

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Non resta che augurarsi che, grazie alla direttiva Figliuolo, il caos sulle priorità vaccinali si avvii verso una risoluzione dopo settimane davvero difficili. Una cronistoria ricostruita ieri dal presidente del Friuli Venezia e neo-presidente della conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga. Dopo aver ringraziato il premier Mario Draghi e il commissario Figliuolo, «perché hanno fatto chiarezza», Fedriga ha infatti ricordato come ora «le categorie sono state scritte seguendo rigorosamente quanto era previsto dai diversi piani vaccinali», che però sono cambiati perché nel primo «fatto dal precedente Governo c’erano i servizi essenziali, senza specificare oltretutto in modo dettagliato, e quindi chiaramente tutti i territori hanno dovuto interpretare». 
 

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