Vaccino Covid, furbetti in fila a Napoli respinti dai medici: «Speravamo nelle dosi avanzate»

Vaccino Covid, furbetti in fila a Napoli respinti dai medici: «Speravamo nelle dosi avanzate»
di Valentino Di Giacomo
4 Minuti di Lettura
Martedì 12 Gennaio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 07:31

«Sono consapevole di aver tentato di fare una cosa non giusta e di questo mi dispiaccio. Tuttavia, sono stato indotto a recarmi alla Mostra d’Oltremare nella serata di domenica dalla voce che si era sparsa secondo la quale a quell’ora tutti i vaccini destinati al personale medico erano stati somministrati ed erano avanzate alcune dosi già scongelate che diversamente sarebbero andate perdute. Ho preso atto che non era così e me ne sono andato. Stiamo attraversando un momento di grande paura a causa di un virus che ha stravolto le nostre abitudini e ci rende più vulnerabili psicologicamente». A parlare è l’avvocato Paolo Vosa, è lui che è stato notato tra le decine di persone beccate in fila per fare il vaccino anti-Covid alla Mostra d’Oltremare domenica scorsa. Essendo un professionista noto, Vosa, è stato riconosciuto direttamente dal direttore generale della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva e poi allontanato. A Vosa era stato riferito che alcune delle dosi sarebbero andate sprecate e così si è fatto avanti, ma compreso che le voci erano prive di fondamento se ne sarebbe andato. 

Covid Lazio, Sos ospedali: pochi letti. L’allerta della Regione: «Servono più posti extra-virus»

Covid, Oms: niente immunità di gregge nel 2021. Varianti, rischio ondata di casi e ricoveri

Video

Se il caso del legale spicca tra i tanti, l’Asl fa però sapere che non si tratta assolutamente di un fenomeno isolato. In questi giorni - spiegano dall’ente sanitario partenopeo - sarebbero stati circa duecento ogni giorno coloro che hanno provato a vaccinarsi ma sono stati respinti non avendone diritto. Nel mezzo ci sono anche tutta una serie di casi border-line: ad esempio potevano presentarsi anche dipendenti di studi medici, di case di cura private, collaboratori di medici di famiglia. Bisognava solo presentare una documentazione che attestasse di fare parte di queste categorie. Per dimostrarlo bastava però anche soltanto un’attestazione del datore di lavoro.

E, per questo, non si esclude che qualcuno non in regola sia riuscito comunque a farla franca anche approfittando dell’enorme affluenza dei primi giorni alla Mostra. Di sicuro - avendo la Campania somministrato tutte le dosi arrivate in questi giorni - potrà meglio organizzare le fasi di vaccinazione nelle prossime sessioni. Un segnale incoraggiante è giunto già domenica scorsa quando, finalmente, le file erano maggiormente ordinate grazie alla distribuzione dei numeretti all’esterno della fiera.

Il caso dell’avvocato - dopo che Il Mattino ne ha dato notizia ieri - ha comunque determinato un forte dibattito tra i professionisti del foro partenopeo. Prima il tam tam di messaggini per cercare di capire chi potesse essere, poi scoperto il nome di Vosa, l’ordine degli avvocati napoletani sta valutando se ci sono gli estremi per aprire una verifica di natura disciplinare. «Faremo tutte le verifiche perché - spiega il presidente dell’ordine degli avvocati, Antonio Tafuri, nelle scorse ore anche in contatto con il direttore dell’Asl, Ciro Verdoliva - si tratterebbe, al di là delle vicende professionali, di un atto di egoismo, ma verificherò la cosa anche con il diretto interessato». Per ora si tratta di una condanna morale, ma non viene escluso possano arrivare provvedimenti. «Al di là delle decisioni che potrebbero essere prese in un quadro deontologico - racconta Tafuri - non so se ci possano essere anche rilievi penali». 

 

Se l’episodio di Vosa è stato il più eclatante perché, non sarebbe l’unico tra i professionisti coinvolti. Insomma il tentativo di farsi vaccinare lo avrebbero fatto in tanti. «Non è giusto - spiega il presidente dell’ordine degli avvocati, Tafuri - perché così si sottraggono dosi a chi è più esposto ed è in prima linea sul fronte della lotta al coronavirus». Ora resta da capire, al di là della vicenda dell’avvocato, se possano esserci gli estremi per individuare i presunti «furbetti» e procedere anche penalmente nei loro confronti. Su questo la Regione vorrebbe andare fino in fondo anche per scongiurare che lo stesso fenomeno possa ripetersi nei prossimi giorni e nei prossimi mesi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA