Si accavallano tra rabbia, senso di impotenza e desiderio di giustizia le storie di una decina delle 57 vittime della truffa contrattuale che secondo il procuratore Raffaele Tito è stata messa in piedi dall’ex tronista di Uomini e donne Paolo Marco Filippin, il 58 anni di Artegna (Udine) che in molti cercano, ma nessuno riesce a trovare. Ieri mattina erano davanti all’aula del tribunale in attesa di essere chiamati a testimoniare davanti al giudici Pergola, Granata e Vortali. Uomini e donne accomunati dalla sfortuna di aver incontrato un venditore che, dopo aver incassato migliaia di euro, è sparito senza onorare gli ordini, lasciandoli increduli e infuriati. Chiacchierano tra loro, chiedono che la loro storia non finisca in un dimenticatoio e alternano parole di sconforto ad altre dove ancora si fa strada la speranza di poter ottenere qualcosa.
LE TESTIMONIANZE Quanto è accaduto a Michela Pompeo è ignobile.
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LE VITTIME Ma davanti all’aula c’erano anche padre, madre e figlia di pochi mesi che, in attesa di essere chiamata a testimoniare, Linda Zorzi, giovane mamma di Treviso, ha allattato. Lei ci ha rimesso duemila euro, ovvero la caparra per una cucina. «Siamo stati contattati da una segretaria di Filippin - afferma il marito - poi lo stesso venditore è venuto a casa nostra».
E la stessa cifra ha versato, per poi non vedere nulla di quanto ordinato, Sebastian Mihalache di Zoppola, sguardo perso e un po’ spaesato di chi ancora non crede a quanto gli è accaduto. Di soldi, purtroppo, ne ha visti sparire molti di più il bellunese Giorgio Zannol, 9mila euro, che chiede «solo giustizia. Quella sì». C’è anche Alberto Fellet di Santa Lucia di Piave: «Ho pagato 6.600 euro (caparra) per salotto e camera. Dovevano arredare la casa in cui sarei andato a vivere con la mia compagna. Ma i mobili non sono mai arrivati e la nostra convivenza ha dovuto attendere altri due anni».
IL PROCESSO Filippin secondo le ipotesi di accusa è il protagonista di un raggiro che ha mietuto 57 vittime. Persone che hanno versato caparre per mobili di vario titpo che non sono mai stati consegnati. L’ex tronista è chiamato a rispondere anche per il fallimento della sua società, la Fabbriche riunite srl di Brugnera.
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