L’incidente ferroviario di venerdì scorso alla Galleria Serenissima di Roma ha mandato in tilt il traffico di mezzo Paese. Il tratto dell’Alta Velocità Roma-Napoli è ancora sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria e per cercare di non bloccare l’intero sistema della mobilità, le linee veloci sono state dirottate sui binari di quelle regionali. Il risultato, ieri, è stato di diversi treni del trasporto dei pendolari cancellati o sostituiti da bus. Roma Termini è stata al centro dei disagi, che a cascata si sono sentiti praticamente in tutta Italia: ci sono stati mezzi che hanno avuto più di 190 minuti di ritardo (come quello delle 17.40 diretto a Torino Porta Nuova) o completamente cancellati (quello per Reggio Calabria delle 15).
LE OPERAZIONI
A mettere in ginocchio il Paese è stata la tratta dell’Alta Velocità tra la Capitale e Napoli che deve rimanere chiusa per un sequestro disposto per consentire le verifiche da parte della polizia ferroviaria.
Tanti i passeggeri disorientati che ieri pomeriggio, stravolti dall’afa, cercavano un modo per arrivare a destinazione. Come Alì, sballottato da una parte all’altra nel tentativo di prendere l’alta velocità per Firenze: a Termini gli hanno detto che un bus sostitutivo lo porterà alla stazione Tiburtina. Si avvicina e trova un mezzo. Ma l’autista è appena arrivato da Avezzano: suo è il compito di fare la spola verso l’Abruzzo. «È già la quarta persona che me lo chiede, dove sia il bus per Tiburtina, io non lo so: tanto vale prendere la metropolitana», dice. Il bus, effettivamente, è a una decina di metri da lì. Lo segnalano gli operatori con fratino rosso che si trovano in piazza dei Cinquecento, ne parte ogni quarto d’ora. Ma non mancano turisti e pendolari esausti per questo pomeriggio da bollino rosso.
LE POLEMICHE
Alessandra avrebbe dovuto prendere il treno per Frosinone delle 15.14. Quando è arrivata alla stazione Termini ha visto il tabellone con la scritta “cancellato”. «È una beffa - tuona - Non è un treno dell’Alta velocità e ci troviamo a pagare i disagi di tutti gli altri». Qualche minuto dopo un gruppo di ragazzi sarebbe dovuto partire per Anzio. Ma il treno per Nettuno, che si sarebbe dovuto fermare lì, è stato soppresso. «Volevamo scendere al mare ma siamo preoccupati per il ritorno - spiega Marcello - Con questi ritardi alla stazione, una volta arrivati abbiamo l’assicurazione di trovare un treno per ritornare a Roma? Non è davvero possibile che per colpa di un incidente avvenuto tra l’altro dall’altra parte della città tutto il resto del Paese debba soffrirne». I viaggiatori più infuriati, a Termini, hanno preso d’assalto i servizi di assistenza per la clientela. Sbuffa Ornella, diretta a Torino: «Dovevo partire urgentemente ma sono arrivata in stazione nel caos - dice - Non so come fare, ma pur di evitare lunghissime attese preferisco starmene un giorno in più a Roma».
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