Scomparsi a Piacenza, Sebastiani confessa: «Elisa sepolta in un fosso»

Scomparsi a Piacenza, Sebastiani confessa: «Elisa sepolta in un fosso»
di Giacomo Nicola
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Domenica 8 Settembre 2019, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 10:16

L'ha uccisa e ne ha nascosto il corpo. Quello che fino a ieri era solo un atroce dubbio, è diventato realtà. Massimo Sebastiani ha condotto i carabinieri del Comando Provinciale di Piacenza nel luogo in cui aveva nascosto il cadavere di Elisa Pomarelli. La sua fuga è durata una quindicina di giorni.

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IL RISTORANTE
L'operaio di 45 anni e la ragazza di cui era innamorato erano scomparsi nel Piacentino lo scorso 25 agosto. I due erano stati visti per l'ultima volta insieme mentre pranzavano in una trattoria. Poco dopo le 14 erano usciti dal ristorante Il Lupo, di Ciriano di Carpaneto, sulle colline di Piacenza. Poi di Elisa si erano perse le tracce. Sebastiani, invece, era stato visto altre volte, ma solo, nel corso della stessa giornata: ad esempio alle 14.47 era stato ripreso mentre faceva benzina alla sua auto, una Honda Civic, poi trovata parcheggiata nel cortile di casa con all'interno il cellulare spento. Con il proprietario del distributore aveva scambiato qualche parola. «Volevo fare un giro con la mia ragazza in campagna, ma lei non è voluta venire». Secondo il titolare dell'area di servizio, l'operaio sembrava nervoso e trafelato, come se cercasse in qualche modo di giustificarsi. Forse un tentativo di crearsi un alibi: il rifornimento, il bicchiere di vino dal padre della sua ex, la visita al bar, dove si era presentato con i pantaloni bagnati (indizio questo che aveva portato a setacciare gli specchi d'acqua della zona), la cena con un'amica.
Dopo aver parcheggiato la macchina vicino a casa, si è incamminato lungo una strada provinciale. Una sua conoscente lo aveva visto con uno zaino in spalla e una felpa. Ieri mattina è arrivata finalmente la svolta. Sebastiani è stato arrestato dai carabinieri mentre si nascondeva nel solaio di una casa sulle colline piacentine, vicino al monte Moira, poco sopra Veleia, nel comune di Lugagnano. È accusato di omicidio e occultamento di cadavere. Messo sotto torchio, ha poi condotto i militari dell'Arma in una casa isolata tra i boschi di Costa di Sariano, nel comune di Gropparello, non lontano dal suo nascondiglio. L'abitazione è di proprietà del padre di una ex di Sebastiani, che adesso risulta a sua volta indagato per favoreggiamento. Qui è stato trovato il cadavere di Elisa. Il corpo non era nel casolare, ma seppellito in un fossato, in una zona particolarmente impervia. Per recuperarlo è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco e del soccorso alpino. Nei prossimi giorni verrà effettuata l'autopsia per chiarire le cause della morte. Nei giorni scorsi i Ris avevano fatto un sopralluogo nella casa di Sebastiani a Carpaneto e anche verifiche nel cortile e nella zona attorno al pollaio alla ricerca di elementi utili alle indagini. A detta degli inquirenti, la sua abitazione era degna di un film dell'orrore.
 


CONDIZIONI INDICIBILI
«Fa specie pensare che un essere umano possa vivere in quelle condizioni indicibili. Uno scenario così ce lo si aspetta da soggetti schizofrenici. Un individuo del genere è in grado di fare qualsiasi cosa. La situazione che abbiamo trovato è molto simile a quella degli accumulatori seriali». All'interno della cascina del tornitore, i carabinieri del Ris avevano raccolto decine di campioni, soffermandosi in particolare su alcune bruciature nel pollaio e altre tracce classificate come biologiche, trovate all'interno dell'auto di Sebastiani. Probabilmente del sangue appartenente proprio a Elisa. Due video che hanno come protagonista Sebastiani sono stati diffusi in rete nei giorni scorsi. Nel primo l'uomo si avvicina a un armadio e con rabbia lo solleva e lo distrugge. «A cosa è servito» continua a ripetere in modo quasi ossessivo mentre spacca il mobile con una forza inaudita aggiungendo «andavano bene anche queste piccole cose! Dimmi a cosa è servito tutto questo». Quella stessa ossessione che gli amici dicevano provasse per Elisa che invece lo vedeva solo come un amico. In un secondo video, anche questo realizzato con il suo smartphone, si vede l'uomo che solleva un tronco e impugna una motosega con cui taglia la legna. I filmati potrebbero risalire a qualche tempo fa, non è chiara la data esatta, ma documentano la forza fisica e il carattere di Sebastiani. Per la famiglia di Elisa i due erano «amici e basta», per quella di lui, che la chiamava «la mia fidanzata», c'era molto di più. Fino all'ultimo la sorella Debora ha sperato che fosse ancora viva. «Sono arrivata al punto di augurarmi che l'abbia rapita e portata in un casolare». Elisa, agente finanziario nell'azienda del padre, aveva conosciuto Massimo tre anni fa. I due avevano subito legato. Un rapporto consolidato. Forse un amore non corrisposto, che sin dal primo momento è stato fra gli indizi chiave di questa storia.
 

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