Gentile e professionale con i pazienti, autoritario e aggressivo con i colleghi. Questo, in sintesi, l’identikit che sarebbe emerso dell’ex primario dell’ospedale di Trento dalla Relazione degli ispettori inviati dal Ministro alla Salute Roberto Speranza nell'ospedale in cui lavorava Sara Pedri la ginecologa scomparsa nel nulla nel marzo scorso. Un’ispezione sollecitata da un’interrogazione parlamentare, portata avanti dalla senatrice Donatella Conzatti, e accordata dal Ministro, dopo la denuncia della famiglia della dottoressa che ha puntato il dito contro il difficile clima del reparto dove lavorava.
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«Serve tolleranza zero contro le molestie e le discriminazioni sul lavoro – spiega la senatrice Conzatti – perché la drammatica vicenda di Sara Pedri è solo la punta di un iceberg.
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Ad oggi servono strumenti concreti di prevenzione, di conoscenza del fenomeno, di protezione delle vittime, di repressione con sanzioni e anche un monitoraggio nazionale che permetta ai troppi casi di mobbing e straining di uscire dall’anonimato. «Gli obiettivi che il Ddl sul mobbing si pone sono molteplici: rendere il lavoro dignitoso, togliere le persone da una condizione di sofferenza, migliorare la qualità dei servizi e l’efficienza delle organizzazioni produttive ed evitare così che la collettività sia gravata da costi diretti ed indiretti». Quello che oramai appare certo è che la crescita economica tanto ricercata anche con il PNRR debba passare per la qualità e la tutela del lavoro. Quello che oramai appare certo e’ che casi come quello della dottoressa Pedri non devono più verificarsi.
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