Willy, il padre di Mario Pinciarelli: «Mio figlio in carcere per aiutare gli amici»

Willy, il padre di Pinciarelli: «Mio figlio in carcere per aiutare gli amici»
Willy, il padre di Pinciarelli: «Mio figlio in carcere per aiutare gli amici»
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Giovedì 10 Settembre 2020, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 08:15
«Mario è un ragazzo affettuoso, quando vede qualcuno in difficoltà deve difenderlo, è fatto così. Ed è per questo che è successo tutto. Quel sabato sera è uscito, è tornato a casa intorno alle 4,30 di domenica. Io ero sveglio, mi ha salutato e mi ha detto che sarebbe andato a dormire da alcune amiche. Ma un genitore come sa dove va un figlio o cosa fa? È stato un mio amico a dirmi, poco più tardi, cosa era successo. Mia moglie non sapeva nulla». Stefano Pincarelli è il padre di Mario Pinciarelli, arrestato a 21 anni per l'omicidio del coetaneo Willy Monteiro Duarte. All'Adnkronos commenta l'arresto del figlio ed è sicuro: «Non è un attaccabrighe, ma gli prende una cosa dentro quando vede qualcuno in difficoltà e deve intervenire».

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Camicia sbottonata, occhi di ghiaccio e decine di tatuaggi. «Questo è di Belen - dice indicando il bacio sul collo - mi sono fatto lasciare l'impronta su un fazzoletto una sera di tanti anni fa, quando l'ho incontrata in un locale a Ostia insieme a Corona». Del figlio per il quale stravede dice: «Mario è un ragazzo perbene, generoso - ci tiene a precisare - ma la sera quando esce beve e non capisce più niente. Anche i Bianchi (Marco e Gabriele, ndr), io li conosco da quando sono piccoli, mi chiamano zio. Sono bravissimi ragazzi, sono andato a casa loro poco prima che succedesse il fatto. Ma si sa, quando escono esagerano con l'alcol». 

«MIA MOGLIE PIANGE PER WILLY»
«Mia moglie oggi è chiusa a casa che guarda il soffitto con gli occhi sbarrati. Non fa che ripetere che le è morto un figlio, ma non parla di Mario. Parla di Willy. Per noi è come se avessero ucciso nostro figlio - aggiunge sempre all'Adnkronos - Questa storia ci ha devastato. Io ho una figlia di 30 anni - racconta ancora Stefano, in zona conosciuto come Pellico - nata da un precedente matrimonio, ma per mia moglie Fernanda, Mario è l'unico. È una donna devastata, da quando è successo quello che è successo l'ambulanza è venuta qui a casa quattro volte. Fa avanti e indietro dall'ospedale, soffriva già di depressione e attacchi di panico, oggi non vive più. Sono state scritte tante sciocchezze su Mario, compresa quella che praticasse sport da combattimento: ha fatto un anno di Karate quando aveva 7 anni e non ha più fatto nulla. Ha studiato al Cannizzaro di Colleferro, poi non gli piaceva e si è messo a lavorare con i ponteggi. E bravissimo, col suo stipendio ci dava pure una mano a casa visto che lavoro solo io come piastrellista quando mi chiamano».

Mario è incensurato, dice. «Ha avuto quel problema tempo fa con un vigile urbano che aveva rimproverato un ragazzo che non aveva la mascherina, gli ha fatto un gesto per invitarlo a lasciar perdere, gli ha detto di andarsene a quel paese e il vigile gli ha dato un calcio nel sedere. Poi una volta lo hanno trovato con l'erba, ma niente di che. Adesso quanti anni lo terranno in carcere? Con sta storia si è rovinato. Hanno cominciato la rissa, lui ha preso le parti di Belleggia, quello che ha cantato - racconta - si è preso le sue responsabilità Mario, quando lo hanno chiamato i carabinieri non sapeva che quel ragazzo era morto, ha detto subito cosa era successo, non si è nascosto». «Mia moglie l'ha sempre educato, girava sempre pulito, profumato - continua, abbassando gli occhi - con questa storia si è rovinato». 
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