Mario, carabiniere ucciso a Roma. Il comandante: «Un ragazzo buono, aiutava i poveri e i malati»

Mario, carabiniere ucciso a Roma. Il comandante: «Un ragazzo buono, aiutava i poveri e i malati»
Mario, carabiniere ucciso a Roma. Il comandante: «Un ragazzo buono, aiutava i poveri e i malati»
di Enrico Chillè
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Venerdì 26 Luglio 2019, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 14:37

Una brava persona. Ma anche un ragazzo di appena 35 anni, con le stesse passioni dei suoi coetanei. Come il calcio e, in particolare, il Napoli: non potrebbe essere stato altrimenti per Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a coltellate, questa notte a Roma, da due nordafricani ancora in fuga.

Carabiniere ucciso a Roma, l'identikit dell'assassino: nordafricano, alto 1.80, con le meches​



Roma, carabiniere ucciso a coltellate da due nordafricani: aveva 35 anni. È caccia all'uomo

Un dolore assurdo per tutti, a cominciare dalla famiglia. Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni compiuti da tredici giorni, si era sposato da poco: era il 13 giugno scorso, infatti, quando questo ragazzo aveva coronato con il matrimonio il suo sogno d'amore con Rosa. Dopo il viaggio di nozze, Mario era tornato in servizio solo lunedì scorso. Originario di Somma Vesuviana, la sua passione non poteva che essere il Napoli, come testimonia anche la maglia autografata di Lorenzo Insigne orgogliosamente mostrata sul suo profilo Facebook.
 

 


Chi ha avuto modo di conoscere bene Mario è stato il suo comandante nella stazione di piazza Farnese, Sandro Ottaviani. Che descrive così il carabiniere ucciso in servizio: «Era un ragazzo buono, un carabiniere preparato. Era una persona che pensava sempre al prossimo, sia durante i turni di servizio sia quando non indossava la divisa. Era solito fare pellegrinaggi a Lourdes e a Loreto per dare una mano alle persone che soffrono, ogni settimana. Senza dirlo a nessuno faceva volontariato. Agli ultimi donava i suoi vestiti portava loro anche la colazione. Non muore solo un valoroso carabiniere, ma un grande uomo».

Anche se non amava farlo sapere, Mario, insieme alla moglie, faceva il volontario per la delegazione romana dell'Ordine di Malta, distribuendo pasti ai senzatetto e alle persone in difficoltà nelle stazioni di Termini e Tiburtina. Un impegno costante e regolare portato avanti con dedizione e passione, che nel 2013 gli era valso un'onorificenza al Merito Melitense. «È stato sempre partecipe agli interventi su strada programmati due volte a settimana nella tarda serata, in aree critiche Capitoline come le maggiori stazioni ferroviarie ove è più solito trovare persone bisognose ed emarginate», si legge nella motivazione relativa al conferimento di una medaglia di bronzo con spade dall'allora Gran Priore di Roma, Frà Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto.
L'Ordine di Malta lo ricorda così: «Una perdita terribile per tutta la comunità. Perdiamo tutti un uomo generoso, leale, animato da un profondo senso di responsabilità. L'Ordine di Malta si stringe alla famiglia di Mario Cerciello Rega e condanna questo vile atto di violenza», ha dichiarato il Gran Maestro. Mario Cerciello Rega partecipava inoltre ai pellegrinaggi dell'Ordine di Malta a Lourdes e a Loreto, insieme alla moglie anch'essa volontaria dell'Ordine, dove si dedicava all'assistenza ai malati.

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