Roma, caos elezioni: schede sbagliate, malori ai seggi e registri mancanti

Roma, caos elezioni: schede sbagliate, malori ai seggi e registri mancanti
di Elena Gianturco
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Domenica 3 Ottobre 2021, 17:14 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 17:20

Ancora confusione e disagi per i romani alle urne. Dopo la data sbagliata delle elezioni pubblicata dal sito del Comune e l’odissea per ottenere il certificato elettorale, la prima giornata di elezioni a Roma si è aperta nel caos. Schede sbagliate, malori nei seggi, presidenti che invertono le sezioni, registri mancanti e elettori che devono tornare a votare.

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I problemi sono iniziati già ieri pomeriggio quando diverse sezioni nei municipi XIII e XIV hanno aspettato per ore l’arrivo dei presidenti di seggio riuscendo a concludere le operazioni solo a notte fonda. Un ritardo che secondo quanto riferito da alcuni presidenti è dipeso dalla ricezione della convocazione arrivata tardi.

Complicazioni ben peggiori questa mattina all’apertura delle votazioni: registri elettorali scambiati e schede sbagliate. In un seggio nel V Municipio sono arrivate le schede del XV, mentre in una sezione nel IV e nel III hanno consegnato quelle di altri municipi.

Stesso problema a Selva Candida (Municipio XIV) dove sono state consegnate le schede del IX Municipio. Nella sezione 2280, fino alle 10 gli elettori hanno votato sulle schede di un altro municipio. Saranno ricontattati per rivotare sulla scheda giusta.

Alla scuola Leopardi a Monte Mario due presidenti si sono invertiti il seggio, vidimando così le schede sbagliate. Una distrazione risolta a stretto giro dall’intervento del messo comunale. Operazioni di voto sospese per circa mezz’ora nella sezione 021 del liceo Righi dove il presidente del seggio è stato accompagnato in ospedale.

Malore anche nella sezione 1799, nella scuola Bitossi: in questo caso a sentirsi male è stato il segretario portato via in ambulanza. Difficoltà anche per gli scrutatori, ridotti al lumicino in molte sezioni che hanno iniziato le votazioni con 2 scrutatori, il minimo indispensabile. Con rischio di rallentamenti per le operazioni di voto.

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