Poliziotti uccisi, la denuncia del Sap a gennaio: «Le nuove fondine si spaccano, serve un'indagine ispettiva»

Poliziotti uccisi, la denuncia del Sap a gennaio: «Le nuove fondine si spaccano, serve un'indagine ispettiva»
Poliziotti uccisi, la denuncia del Sap a gennaio: «Le nuove fondine si spaccano, serve un'indagine ispettiva»
di Riccardo Tagliapietra
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Sabato 5 Ottobre 2019, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 16:52
Dopo la sparatoria costata la vita a due poliziotti, finiscono sotto accusa le fondine, anche se correlare la tragedia a queste ultime è improprio, come spiegano gli investigatori. Ma il problema esiste. «Le nuove fondine in polimero si spaccano, abbiamo ricevuto molte segnalazioni, serve un'indagine ispettiva immediata». La denuncia del Sap, il sindacato autonomo di polizia, risale allo scorso gennaio. Le assegnazioni del nuovo materiale erano partite ad aprile del 2018, più di un anno fa. I primi a riceverli, spiega la circolare del Ministero dell'Interno, sono stati i reparti Volanti, seguiti dai reparti Prevenzione crimine, commissariati e polizia stradale. A seguire gli altri. In tutto sono state distribuite circa 82mila fondine. Con altre 40mila, di cui definire l'assegnazione. Materiale indispensabile e necessario per il servizio di polizia, visto che le vecchie fondine erano obsolete e spesso gli agenti impegnati in inseguimenti a piedi rischiavano perfino di perdere la pistola correndo.



DECINE DI DENUNCE A DICEMBRE
Ma nonostante la denuncia dei poliziotti le nuove fondine erano rimaste. «Già nel dicembre 2018 avevamo rilevato l’esistenza di diverse segnalazioni inerenti la rottura delle fondine rotanti assegnate al personale della Polizia di Stato - rimarcava in una nota il Sap lo scorso agosto -. Malgrado vi sia stata la rassicurazione che si sarebbe intervenuti presso la ditta fornitrice per avviare verifiche e superare la problematica, tuttavia continuano a pervenire ancora segnalazioni di difetti, a fronte di un utilizzo diligente da parte degli operatori. Per questo in una nota abbiamo sollecitato un nuovo intervento che sia stavolta davvero risolutivo».



LA RISPOSTA DEL MINISTERO
Uno dei principali difetti riguardava proprio il meccanismo di rotazione, quello in polmiero, che sotto stress si spaccava di netto, liberando di fatto la pistola. Ma dal Ministero era arrivata a marzo 2019 la risposta alle rimostranze dei poliziotti. «La fornitura è stata oggetto di verifiche tecniche laboratoriali e operative in più fasi, non emergendo alun elemento di criticità». Anche se sempre nella stessa lettera protocollata, il Ministero spiegava di aver attivato le procedure per la sostituzione delle fondine rotte «a carico della ditta produttrice». E di aver richiesto contestualmente delle modifiche ai cinturoni, alcuni già in dotazione ai reparti, «che ne avrebbero dovuto accertare l'efficacia». Insomma i difetti erano reali (nonostante una serie di verifiche in fase costruttiva e di collaudo ditta-ministero), ma la soluzione andava trovata. A luglio, continua il Ministero, è stata avviata una nuova campionatora per le fondine con una rivisitazione dei materiali e della geometria.



LA VICENDA "FONDINE" NELL'OMICIDIO
«Nella vicenda dei due agenti uccisi ci sono stati problemi con le fondine.
Al primo è stata sfilata la pistola perché aveva una fondina vecchia, in quanto quella in dotazione gli si era rotta. Al secondo agente ucciso, la fondina sarebbe stata strappata dalla cintura», spiega il Sap, in merito all'omicidio di due poliziotti ieri nella Questura di Trieste. «Al secondo agente - prosegue il Sap - l'arma sarebbe stata strappata quando ormai era già in terra inerte a causa delle ferite per i colpi esplosi con la prima pistola sottratta
».

LA REPLICA DEL MINISTERO

«In relazione alle odiose speculazioni generate ieri da un rappresentante del SAP nel tentativo di correlare la tragica morte di Matteo e Pierluigi all’inadeguatezza dell’equipaggiamento in dotazione, il Dipartimento della pubblica sicurezza dichiara che, allo stato attuale degli accertamenti, in assenza di testimoni e documenti video, è priva di fondamento ogni arbitraria ricostruzione della dinamica che ha portato alla sottrazione dell’arma del collega ucciso per primo. Sconcerta, pertanto, a poche ore dall’evento, la sicumera con cui si traggono frettolose conclusioni sulla inequivocabile riferibilità dell’accaduto alla presunta inadeguatezza della fondina. In un giorno così drammatico ci si sarebbe aspettati, almeno da chi veste la stessa divisa, un rispettoso cordoglio per le vittime e le loro famiglie. Sconvolge che alcuni, al fine di ottenere visibilità, speculino sulla morte dei colleghi caduti in servizio, profanando il dolore dei loro cari e della intera comunità. Se, in seguito, si accerteranno responsabilità di qualsiasi natura se ne chiederà conto, senza se e senza ma, anche per onorare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per il bene comune».
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