Ponza, pastore evangelico abusa delle figlie e scappa in Scozia: arrestato. «Ci ha violentato per 10 anni»

Ponza, pastore evangelico arrestato per abusi sessuali sulle figlie. «Ci ha violentato per 10 anni»
Ponza, pastore evangelico arrestato per abusi sessuali sulle figlie. «Ci ha violentato per 10 anni»
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 22 Maggio 2021, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 16:06

PONZA - Per oltre 10 anni ha abusato delle tre figlie e quando ha visto che le cose si stavano mettendo male è fuggito in Scozia, convinto di farla franca. La polizia però stava già seguendo i suoi spostamenti e lo scorso 23 dicembre, con la collaborazione dei colleghi scozzesi, è stato fermato nei pressi di Edimburgo in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Ieri è stato estradato in Italia e portato nel carcere di Regina Coeli con l'accusa di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia.

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Lui è un pastore della Chiesa Evangelica di 50 anni, (G.M., le sue iniziali) originario di Ponza.

L'isola pontina, nota per le acque cristalline e le vacanze dei vip, in questo caso, è stata il teatro di un'orribile storia di violenza ai danni di tre bambine, poi diventate ragazze, costrette a subire gli appetiti sessuali degenerati del padre. Abusi perpetrati in un clima di omertà dei familiari, a cominciare dalla moglie, fino a quando una delle figlie non ha deciso di rivolgersi alla giustizia.

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CASA, RELIGIONE E ABUSI
Una famiglia tutta casa e religione. Almeno all'apparenza. Lui, la moglie e quattro figli, tre femmine e un maschio, il più piccolo. Si sostengono con l'attività di pastore del padre che esercita nelle comunità evangeliche tra Ponza, il Cassinate e il Molise. Vivono di poco in un appartamento di 50 metri quadrati. E qui che vengono consumati gli abusi, a partire dal 2009 e fino al 2019, quando la famiglia lascia l'isola per trasferirsi in Molise. L'uomo, secondo quanto raccontato dalla figlia, «fin da quando aveva 5/6 anni obbligava lei e le sorelle a fare il riposino pomeridiano con lui, durante il quale, in assenza della madre», le abusava.
Secondo il racconto della ragazza nella casa il padre aveva posizionato almeno due telecamere nel bagno, mentre altre erano disseminate per la casa. L'uomo era anche solito insultare le figlie, fin da bambine, e in più di una circostanza le avrebbe picchiate con calci e pugni.

La moglie sapeva degli abusi ma, scrive il gip, era totalmente «succube del marito» e non ha mai avuto la forza di denunciarlo. In un colloquio intercettato la donna confessa: «Pensavo fosse una cosa limitata, mettetevi nei miei panni: voglio bene a mia figlia, però voglio pure non rovinare mio marito e il matrimonio». Il marito si era pentito e questo alla moglie bastava per perdonarlo, anche in base ai precetti della loro religione.
In realtà proprio nella comunità evangelica, che nel frattempo aveva estromesso l'uomo dalla carica di pastore, la figlia ha trovato il coraggio di denunciare il padre. Sono stati un altro pastore e una psicologa ad aiutarla in questo doloroso percorso.

LE CONFESSIONI CHOC
La ragazza, quando è venuta a conoscenza del piano di fuga del padre nel Regno Unito, ha deciso di rivolgersi alla Procura di Cassino. È l'ottobre dello scorso anno. A raccogliere le sue confessioni choc e a condurre poi le indagini sono state due donne, il sostituto procuratore Beatrice Siravo e il dirigente del commissariato di polizia di Cassino, il vice questore Giovanna Salerno. «Abbiamo sofferto insieme a lei - racconta la dottoressa Salerno - La ragazza ha dovuto fare un doloroso tragitto a ritroso, non è stato facile. Il giorno in cui abbiamo raccolto le sue confessioni ho avuto mal di stomaco, non sono riuscita a toccare cibo».
Nel frattempo il pastore si era trasferito in Scozia. Insieme a lui c'era la terza figlia, diventata nel frattempo maggiorenne. Più avanti avrebbero dovuto raggiungerli la moglie e gli altri figli. Ma la polizia aveva messo sotto controllo l'uomo. Seguiva ogni suo spostamento. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali sono emerse alcune decisive conferme ai racconti della figlia. In un colloquio con un altro pastore, in particolare, il pastore avrebbe confessato o gli abusi.

Il gip del Tribunale di Cassino Vittoria Sodani nell'ordinanza parla di una persona «del tutto priva di autocontrollo e freni inibitori ai suoi impulsi sessuali e aggressivi» e del rischio che possa «reiterare le condotte anche nei confronti del figlio più piccolo».
Il 23 dicembre il pastore è stato fermato dalla polizia scozzese in un piccolo villaggio vicino a Edimburgo. Ieri l'estradizione in Italia. Lunedì, assistito dall'avvocato Antonio D'Alessandro, comparirà davanti al giudice per l'udienza di convalida.

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