Migranti, autorizzato lo sbarco di 10 persone a Lampedusa dalla Sea Watch: «Necessitano di cure mediche»

Migranti, autorizzato lo sbarco di 10 persone a Lampedusa dalla Sea Watch: «Necessitano di cure mediche»
Migranti, autorizzato lo sbarco di 10 persone a Lampedusa dalla Sea Watch: «Necessitano di cure mediche»
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Sabato 15 Giugno 2019, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 16:50

«Necessitano di cure mediche», e per questo è stato autorizzato lo sbarco di dieci migranti a Lampedusa dalla nave Sea Watch. Saranno portati a terra con una motovedetta. Dieci dei 53 migranti a bordo della Sea Watch, ferma al limite delle acque territoriali italiane, potranno dunque sbarcare a Lampedusa. Lo sbarco, secondo quanto si apprende, è stato autorizzato per 7 di loro perché necessitano di cure mediche, e per 3 accompagnatori. I migranti verranno trasferiti a Lampedusa dalla Guardia Costiera.

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L'inferno dei campi profughi della Libia nei racconti dei naufraghi a bordo della Sea Watch. «Le persone a bordo ci hanno raccontato di aver trascorso lunghi periodi di detenzione in Libia e di aver subito vessazioni inenarrabili. Uno dei naufraghi ha raccontato di essere stato costretto a seppellire cadaveri per preparare il centro di detenzione alla visita di operatori esterni cercando di renderlo più presentabile. Questa è la Libia, il Paese in cui ci viene indicato di portare le persone soccorse: non lo faremo mai». Così la portavoce della Ong Sea Watch Giorgia Linardi.

«Anche il più piccolo dei minori non accompagnati, che ha solo 12 anni, è stato imprigionato senza un valido motivo. Un'altra persona - continua Linardi - ha raccontato di essere stata venduta, pare, peraltro, a un ufficiale del governo e di essere stato costretto a prestare manodopera gratuita: ha lavorato come servo per potersi comprare la libertà ed essere messo su un gommone». «Molte persone - aggiunge la portavoce di Sea Watch - raccontano di aver tentato di lasciare la Libia via mare più volte. Una persona addirittura ha riconosciuto nella motovedetta che è sopraggiunta dopo il soccorso la stessa che lo aveva già riportato indietro». Tutte le volte che i naufraghi sono ricondotti in Libia «vengono di nuovo imprigionati». Alla vista della motovedetta libica «sono terrorizzati». «Un'altra persona - prosegue - ha raccontato che il familiare gli è stato ucciso davanti agli occhi con un colpo di kalashnikov, sempre in detenzione». «Noi non riporteremo mai nessuno in un Paese dove alle persone è riservato questo trattamento - ammonisce Linardi -. Ci aspetteremmo che i nostri governi si impegnassero perché questo non avvenga invece di alimentare la spirale del traffico permettendo che queste persone che tentano di scappare dalla Libia siano riportate indietro, torturate, seviziate. E se sopravvivono... di nuovo ributtate in mare per essere poi riportate indietro. Finché non periscono».

Salvini: «Ho appena firmato il divieto di ingresso, transito e sosta alla nave Sea Watch 3 nelle acque italiane, come previsto dal Nuovo Decreto Sicurezza. Ora il documento sarà alla firma dei colleghi ai Trasporti e alla Difesa: stop ai complici di scafisti e trafficanti». Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

 

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