Brescia, mamma di due figli uccisa a coltellate dall'ex marito: erano separati da un mese

Brescia, mamma di due figli uccisa a coltellate dall'ex marito: erano separati da un mese
Brescia, mamma di due figli uccisa a coltellate dall'ex marito: erano separati da un mese
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Lunedì 13 Settembre 2021, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 20:18

Ha avuto solo il tempo di dire ai vicini «mi hanno accoltellata». Poi Giuseppina Di Luca, 47 anni, è morta sugli ultimi gradini delle scale di casa. Scappando dal marito che non accettava di diventare ex e che si è trasformato in assassino. In una palazzina moderna di via Marconi ad Agnosine, paese della Valsabbia in provincia di Brescia, è stata una mattinata di sangue. Paolo Vecchia, 52 anni, ha aspettato la vittima sul pianerottolo di quell'abitazione dove lei era andata ad abitare un mese fa, in attesa di completare le pratiche della separazione. La donna aveva deciso di dire basta alla storia dalla quale erano nate due figlie di 21 e 24 anni, e lui ha reagito con violenza sanguinaria, dopo che nell'ultimo mese aveva pedinato a più riprese la moglie.

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«Non ci sono denunce» assicurano i carabinieri dal Comando provinciale di Brescia.

Secondo la ricostruzione agli atti, Paolo Vecchia ha inseguito Giuseppina sulle scale, sapendo che sarebbe dovuta andare a lavorare, e l'ha colpita con un coltello a serramanico e poi con un pugnale. Almeno una decina di fendenti, tanti letali. La donna si è trascinata fino ai garage dove, con un filo di voce, ha chiesto aiuto per poi morire sotto gli occhi di alcuni residenti e dei soccorritori. La figlia minore della coppia era in casa e non ha visto nulla. A trovare la vittima per primo un signore che era arrivato per prendere il nipotino. «Mio padre ha visto le scale sporche di sangue, poi ha sentito dei lamenti. È sceso e ha visto la signora a terra in un lago di sangue. »Mi hanno accoltellato« ha detto e poi ha chiuso gli occhi» racconta la figlia di chi ha lanciato l'allarme. Gli operatori del 118 per un'ora hanno tentato di rianimare la 47enne, ma non c'è stato nulla da fare. Nel frattempo Paolo Vecchia aveva già lasciato lo stabile e con la sua auto si è diretto dai carabinieri a Sabbio Chiese dove si è costituito e ha consegnato le armi utilizzate.

 

L'interrogatorio

Poi si è chiuso nel silenzio, e nell'interrogatorio, e davanti al magistrato di turno Carlotta Bernardini, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Non era lucido per poter raccontare i fatti, non li ha detti nemmeno a me» conferma l'avvocato di fiducia Roberto Lancellotti. «Diceva in giro che voleva fargliela pagare, ma non pensavamo arrivasse a tanto» sono le parole della sorella della vittima. Entrambi lavoravano come operai, lei in una ferriera di Bione e lui in una di Odolo. Vecchia è stato condotto in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato, mentre il cadavere di Giuseppina Di Luca è all'obitorio degli Spedali civili in attesa dell'autopsia disposta dal pubblico ministero titolare dell'inchiesta.

«Parliamo di una famiglia normale, entrambi grandi lavoratori. Non si capisce cosa possa essere scattato nella mente dell'uomo. Per la nostra comunità è un dolore tremendo» commenta il sindaco di Agnosine Giorgio Bontempi. «In paese girava voce che si stessero separando, ma nessuno avrebbe immaginato un caso simile. Siamo sotto choc» aggiunge Onorio Luscia, sindaco di Sabbio Chiese, paese dove la coppia ha vissuto sotto lo stesso tetto fino a un mese fa. Fino a quando Giuseppina ha deciso di andarsene. Il marito ha provato a farla tornare e quando ha capito che la donna non avrebbe fatto un passo indietro è andato a casa con un coltello e un pugnale in tasca. Per chi indaga, «fin dall'inizio il suo intento era di ucciderla».

 

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