Le discoteche restano nel limbo dell'ioncertezza: al momento nessuno è in grado di stabilire se e quando riapriranno e per ora restano l'unico settore per il quale non è fissata la ripartenza. Per lunedì è prevista una nuova riunione del Comitato Tecnico Scientifico ma l'argomento non è neanche all'ordine del giorno.
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Discoteche, dal Green pass ai tracciamenti: i problemi
Perchè tanta prudenza? A sentire gli addetti ai lavori le ragioni per cui i locali da ballo restano chiuse sono sostanzialmente tre.
I GESTORI - Fatto sta che i gestori dei locali premono e si dicono disposti a introdurre regole ferree come appunto l'accesso riservato solo ai possessori di Green Pass, l'acquisto dei biglietti solo on line (per avere traccia di chi sarebbe presente nei locali), la limitazione dei posti a livelli sostenibili, l'uso obbligatorio delle mascherine nelle fasi di accesso e di uscita dai locali in modo da limitare quanto più possibile la durata dei contatti ravvicinati fra le persone. La richiesta dei gestori è di riaprire il primo luglio.
DIVERGENZE NEL GOVERNO - Il tema, come si vede, è complesso. Nel governo sembrano emergere opinioni differenti anche se parlare di una vera e propria divisione fra "rigoristi" e "aperturisti" sembra inappropriato in quanto più frutto della voglia di partecipare a qualche programma televisivo di alcuni esponenti politici che della effettiva portata del confronto. Anche fra gli stessi tecnici è possibile raccogliere valutazioni diverse.
Resta il fatto che l'anno scorso le discoteche finirono nell'occhio del ciclone a causa del grande ritardo col quale furono scoperti focolai di contagio in alcuni locali importanti. La scarsa efficacia del tracciamento impedì all'epoca di poter quantificare l'effettivo ruolo delle discoteche nella diffusione del virus che ricomnciò ad esplodere a ottobre ma senza dubbio esse costituirono una falla importante nel sistema di contenimento del virus assieme agli scarsi controlli su chi tornava dall'estero.
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