Discoteche chiuse, il gestore: «Fermano soltanto noi ma nei bar vedo le folle»

Discoteche chiuse, il gestore: «Fermano soltanto noi ma nei bar vedo le folle»
di Vittorio Buongiorno
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Lunedì 17 Agosto 2020, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 10:44

«Che senso ha chiudere le discoteche quando ci sono locali alternativi che fanno la stessa cosa? Allora chiudiamo pure gli stabilimenti balneari che fanno ballare la gente sulla spiaggia? No?». Rino Polverino è un fiume in piena. Il titolare delle discoteche più note di Latina ha appena saputo le decisioni del Governo. «Stato d'animo? Sono arrabbiato. Lo dico sempre ai miei colleghi, dobbiamo cambiare il nome, è il nome il nostro problema, la discoteca fa paura, ma è assurdo, io faccio questo lavoro da una vita, il primo locale l'ho avuto a vent'anni, non sono un pazzo, capisco che il momento è difficile, ma non possiamo essere gli unici a pagare».

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Ci sono suoi colleghi che non si sono posti troppi problemi e si è arrivati a questo.
«Le pecore nere ci sono in ogni categoria. Ma tra noi ci sono tanti imprenditori seri che hanno grande senso di responsabilità. Io ho chiuso il 29 febbraio scorso e ho riaperto a fine giugno con delle cene spettacolo, riducendo la capienza da 1500-2000 persone a 300. Si cena e si balla intorno al tavolo in un giardino di 2 mila metri quadrati all'aperto. Lo posso fare perché ho un pubblico adulto e perché ho anche la licenza da ristorante, ma...».
Cosa non le va giù?
«Vado in giro e vedo altri che tutti questi problemi non se li sono posti, ci sono bar, pub o stabilimenti pieni zeppi di gente dove si balla pure e nessuno dice nulla. Non mi va di passare per fesso: da domani tutte le situazioni irregolari che vedo sporgo denuncia. Non ha senso, lì va bene solo perché non si chiamano discoteche?».
Secondo lei è un problema di controlli?
«Certo, se i vigili urbani lavorano fino all'una di notte, dopo chi controlla? Chi va a vedere se uno stabilimento fa ballare la gente sulla spiaggia? Mettiamo invece regole chiare e precise. Nelle licenze per le discoteche è fissata la capienza dei locali in relazione agli spazi, bene, adeguiamo quel numero all'emergenza Covid, dimezzatelo, ma perché chiudere? Se adesso mi fanno chiudere io non riapro più».

 

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