Nel Donbass conteso tra Kiev e Mosca la guerra bussa già. Sotto forma di proiettili di mortaio incrociati tra l’esercito ucraino e i separatisti filorussi nelle regioni di Lugansk e Donetsk. La tregua è formale, violata per 136 volte in una sola notte. E la popolazione vive sospesa, sull’orlo di una guerra di cui i bombardamenti intensificati potrebbero essere solo il preludio. Secondo l’agenzia russa Interfax sono già quarantamila i profughi fuggiti dal Donbass e giunti nella regione russa di Rostov. Ma le code chilometriche di auto segnalate tra il confine ucraino e quello russo fanno capire che il numero gli sfollati è destinato a crescere sempre di più.
La situazione esplosiva nel Donbass potrebbe essere il casus belli che il Cremlino aspettava, secondo gli americani.
Il Cremlino nega. E anzi rilancia sottolineando gli sforzi diplomatici per evitare la guerra. Ieri il presidente russo ha avuto una lunga telefonata con quello francese Macron: «Concordano nel lavorare ad un cessate il fuoco nell’Ucraina Orientale» la nota dell’Eliseo. Oggi a Vienna si riunirà in riunione straordinaria l’Osce, l’organizzazione per la sicurezza in Europa, per tentare una de-escalation.