Prete arrestato per spaccio, il vescovo gli aveva imposto la psicoterapia. I fedeli: «Era cambiato»

Parroco accusato di spaccio, il vescovo gli aveva imposto la psicoterapia
Parroco accusato di spaccio, il vescovo gli aveva imposto la psicoterapia
di Silvia Natella
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 10:21

La diocesi di Prato è stata travolta dallo scandalo di don Francesco Spagnesi, il parroco arrestato per spaccio che, secondo le accuse, acquistava con i soldi delle offerte cocaina e droga dello stupro. Il prete, 40 anni, è ora ai domiciliari e pare che ad aprile avesse confessato la sua tossicodipendenza. Come riporta il Corriere della Sera il vescovo, Giovanni Nerbini, gli aveva imposto di andare da uno psicoterapeuta. 

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Parroco accusato di spaccio

Le sostanze stupefacenti acquistate sarebbero state il piatto forte di festini orgiastici ai quali avrebbero partecipato in totale 200 persone, tra professionisti e manager reclutati sul web. L'attività illecita è stata scoperta dopo il fermo del complice, il compagno Alessio Regina, anche lui 40enne, che ad agosto era stato 'beccato' dalla polizia con una quantità sospetta di Gbl, nota come droga dello stupro. La vicenda ha fatto scattare le indagini.

Il parroco e i soldi delle offerte

Il prete era solito chiedere i soldi per i bisognosi ai suoi parrocchiani alla fine delle celebrazioni. «La messa è finita, andate in pace e contribuite mi raccomando con le vostre offerte, al benessere della parrocchia», diceva spesso. Molti fedeli facoltosi gli andavano incontro, ma aveva bisogno sempre di più soldi e per questo  aveva commesso il reato di appropriazione indebita sottraendo dalle casse della diocesi ben centomila euro (sebbene non sia ancora arrivata la querela di parte). Per la Procura il commercio di droga e l’organizzazione dei festini duravano da tempo. 

Il parroco e gli strani comportamenti

Don Francesco Spagnesi era alla guida dell’Annunciazione della Castellina da 12 anni ed era molto stimato dalla sua comunità. Negli ultimi anni, tuttavia, i parrocchiani avevano notato un cambiamento. «Era nervoso, schivo e assente, non amava organizzare battesimi, comunioni, cresime e matrimoni», le parole di una fedele. Anche la diocesi si era accorta di qualcosa e aveva notato soprattutto movimenti sospetti sui conti. Il vescovo, Monsignor Nerbini in una nota ha spiegato di essere stato da tempo a «conoscenza di un forte stato di sofferenza fisica e psicologica del sacerdote». Il prete è ora ai domiciliari e sembra che abbia confessato i suoi peccati. 

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