Ha visto il suo bambino di soli quattro mesi morirgli tra le braccia, per il freddo, e non ha retto al dolore: una donna che viaggiava su un barcone di migranti soccorso dalla Guardia costiera a 42 miglia al largo di Lampedusa avrebbe lanciato il corpicino del neonato in acqua, spinta dalla disperazione. A raccontarlo sono i superstiti che avrebbero assistito alla drammatica scena. Uno di loro, hanno raccontato, si sarebbe anche tuffato nelle acque gelide per provare a recuperarlo, ma sarebbe annegato tra le onde. Anche la madre del piccolo è morta poche ore dopo aver gettato in acqua il suo bambino. Ed il suo cadavere, così come quello degli altri sette compagni di viaggio, è stato lasciato all'interno dello scafo.
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Tra i cadaveri una donna in gravidanza
C'era anche una donna in avanzato stato di gravidanza tra gli otto cadaveri sul barchino, 5 uomini e 3 donne, ritrovati nella tarda serata di ieri dalla motovedetta della Guardia costiera che ha soccorso un barcone a 42 miglia da Lampedusa. I migranti sarebbero morti assiderati. Il barcone nella mattinata di ieri era stato avvistato da un peschereccio tunisino che si trovava fra l'Italia e Malta. I pescatori subito hanno richiesto, alle autorità marittime, i soccorsi, spiegando via radio che a bordo vi era probabilmente un cadavere. Trattandosi di acque Sar Maltesi, i soccorsi sono stati delegati a Malta. Solo nel tardo pomeriggio è stata formalizzata la richiesta al comando generale della Capitaneria di porto di Roma che ricevuta la richiesta di aiuto da Malta ha inviato la motovedetta Cp324.
L'inchiesta
La Procura di Agrigento, con il reggente Salvatore Vella, ha aperto un fascicolo d'inchiesta sulla nuova tragedia del mare avvenuta a 42 miglia da Lampedusa. Le ipotesi di reato, al momento a carico di ignoti, sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I pm, attraverso le forze dell'ordine presenti sull'isola, stanno raccogliendo informazioni su quanto è accaduto su quel barcone di 6 metri partito da Sfax. Nelle prossime ore verranno ascoltati 41 dei 42 superstiti che sono ospiti dell'hotspot di contrada Imbriacola. I sopravvissuti (fra cui 10 donne e un minore), originari di Mali, Costa d'Avorio, Guinea, Camerun, Burkina Faso e Niger, sono sbarcati durante la notte al molo Favarolo.
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