Marmolada, trovati resti di escursionisti e attrezzatura tecnica. I ricercatori: «Non c'erano segnali di collasso»

Se finora si era proceduto utilizzando i droni, oggi 14 operatori interforze, comprese due unità cinofile, perlustrano da vicino l'ammasso di detriti.

Marmolada, trovati resti di escursionisti e attrezzatura tecnica. I ricercatori: «Non c'erano segnali di collasso»
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Giovedì 7 Luglio 2022, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 12:48

Altra attrezzatura tecnica, verosimilmente riconducibile a persone date attualmente per disperse, è stata ritrovata questa mattina in Marmolada dai soccorritori impegnati dall'alba di questa mattina nelle operazioni sui detriti del seracco crollato domenica. 

Inoltre nel corso della ricognizione “vista udito” sul luogo del disastro sono stati ritrovati, seppur non in numero elevato, anche resti di escursionisti. Lo apprende l'ANSA da fonti investigative. Inoltre, sempre a quanto si apprende, dovrebbero arrivare già domani mattina i primi rusultati dal Ris di Parma, che dovrebbe ricondurre tutti i reperti sia organici che tecnici alle vittime. La fase successiva sarà invece comparare questi Dna con quelli prelevati ai parenti per dare un nome ai corpi ancora non identificati.

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Una squadra interforze e altamente specializzata ha infatti condotto un sopralluogo «vista e udito» per cercare eventuali tracce non ancora individuate dai frequenti sorvoli di droni ed elicotteri. Dopo un briefing verso le 5, gli operatori si sono spostati sulla montagna, dove stanno ancora operando. Si tratta di un intervento particolarmente rischioso, dato che una parte della calotta interessata dal disastro, grava ancora sul pendio sottostante. Si sta intervenendo anche con i cani. Questa notte ha piovuto, quindi il terreno è stato «pulito» da polvere e pietrisco, la temperatura si è abbassata, il cielo è terso e non c'è vento, condizioni meteo ideali per la ricognizione sul posto con un minimo di sicurezza in più per gli operatori.

Se finora si era proceduto utilizzando i droni, oggi 14 operatori interforze, comprese due unità cinofile, perlustrano da vicino l'ammasso di detriti.

Un'area vasta, quello del fronte della slavina, che vede impegnati i soccorritori nella parte più bassa, quella meno pericolosa e col maggior accumulo, e che consente, se scattassero gli allarmi messi per rilevare ogni movimento della montagna, di avere fino a 60 secondi per mettersi a riparo da nuovi cedimenti. Un elicottero accompagna in quota gli operatori che vengono calati e si muovono restando imbragati col verricello al velivolo in aria.

Prima del crollo di domenica, sulla Marmolada «non si sono osservati dei segnali evidenti di un collasso imminente. Salvo rarissimi casi, nei ghiacciai, a differenza delle frane, non vi sono sistemi di allerta che misurano movimenti e deformazioni in tempo reale». Lo sottolineano i ricercatori del Gruppo di lavoro glaciologico-geofisico per le ricerche sulla Marmolada, che da vent'anni studiano il ghiacciaio, coordinati da Aldino Bondesan, dell'Università di Padova, responsabile del Comitato Glaciologico Italiano (Cgi) per il coordinamento della campagna glaciologica annuale nelle Alpi orientali. 

Intanto atteso per il pomeriggio l'arrivo a Canazei, in Trentino, della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. In mattinata giungerà nell'abitato della val di Fassa anche il governatore del Veneto, Luca Zaia.

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