Covid, nel weekend boom di feste abusive. Il questore di Torino: «Nei giovani c'è insofferenza»

Covid, nel weekend boom di feste abusive. Il questore di Torino: «Nei giovani c'è insofferenza»
Covid, nel weekend boom di feste abusive. Il questore di Torino: «Nei giovani c'è insofferenza»
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Lunedì 29 Marzo 2021, 15:10

Le zone rosse delle ultime settimane sono molto diverse dal lockdown totale di un anno fa: ci sono molti più negozi e attività aperte e dunque sono molti di più gli spostamenti che si possono giustificare con l'autodichiarazione. Di conseguenza i controlli da parte delle forze dell'ordine sono più ostici: a dirlo all'Adnkronos, il giorno dopo un weekend caratterizzato dalla scoperta di numerose feste 'abusive' a Milano, ma anche nel torinese e in Val d'Aosta, è il questore di Torino Giuseppe De Matteis, secondo cui le nuove misure anti Covid che consentono parziali aperture di attività e quindi di spostamenti, hanno determinato maggiori criticità nei controlli.

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Le nuove misure, secondo De Matteis, hanno soprattutto causato insofferenza soprattutto nelle giovani generazioni che tuttavia «non può essere giustificata quando si traduce nello svolgimento di feste private in abitazioni o addirittura in appartamenti appositamente affittati». «Nell'ultimo periodo sono circa una decina le feste abusive accertate dalla sola Polizia di Stato cui si aggiungono altrettante violazioni riscontrate dalle altre forze dell'ordine.

Quasi sempre si tratta di giovanissimi che talvolta neanche comprendono la gravità della violazione ma che però, non per questo, può essere giustificata».

«Quanto agli esercizi commerciali e delle attività di ristoro - prosegue De Matteis - la Questura di Torino ha disposto la chiusura di circa una ventina di esercizi commerciali per violazioni connesse al mancato rispetto delle misure anti Covid. La questione è molto delicata: comprendo le difficoltà di intere categorie ma non possiamo fare a meno di essere rigorosi nei controlli, perché anche da questo dipende la possibilità di far ripartire l'economia. Certo, anche nel capoluogo piemontese sono mancate manifestazioni di protesta, penso alla campagna 'Io resto aperto' che però hanno avuto un seguito ridotto facendo emergere il senso di responsabilità della maggior parte dei commercianti». Un senso di responsabilità che, più in generale, il Questore riconosce a gran parte dei torinesi che in questi mesi hanno dimostrato «un sostanziale rispetto delle regole».

«È ormai un anno che la Polizia di Stato e Forze dell'Ordine sono impegnate nei controlli volti a prevenire la diffusione del contagio da Covid 19, servizi che hanno richiesto uno sforzo significativo degli agenti, chiamati a cimentarsi in un settore nuovo connesso a pesanti limitazioni delle libertà dei cittadini, che ha richiesto, pertanto, una grande capacità di adattamento. I controlli sono stati improntanti ad un criterio di ragionevolezza, limitando le sanzioni alle violazioni più gravi che però non sono mancate, soprattutto per quel che riguarda la legittimità degli spostamenti e il rispetto delle prescrizioni imposte agli esercizi commerciali. Nel complesso, però, non si sono evidenziate criticità particolari, Torino ha dimostrato un sostanziale rispetto delle regole».

Come altre grandi città italiane, anche il capoluogo piemontese, negli ultimi giorni, è stato interessato da numerose manifestazioni di protesta, solo cinque venerdì scorso, dalla scuola ai taxisti, dai lavoratori ex Embraco, ai raider, e proprio ieri da una manifestazione florivivaistica in una delle piazze del centro città che, seppure, si siano svolge senza problemi per l'ordine pubblico, per via delle numerose persone richiamate in piazza hanno causato un pò di malcontento tra quanti, proprio per le normative anticovid sono stati costretti a limitare o a tener chiuse le loro attività. «L'emergenza sanitaria che stiamo vivendo non ha precedenti - sottolinea a questo proposito De Matteis - e ha imposto un bilanciamento delle libertà costituzionalmente riconosciute, come riunirsi in luogo pubblico, manifestare il proprio pensiero, di circolare liberamente sul territorio, solo per citarne alcune, con le esigenze imperative di tutela del diritto alla salute e questo aspetto non è ovviamente sfuggito quando si è deciso di ammettere le manifestazioni pubbliche in forma statica».

«È, però, doveroso consentire ai cittadini di esprimere il loro disagio, soprattutto in un momento come questo in cui si avverte un'insofferenza diffusa anche se non può negarsi che in queste occasioni diventa difficile monitorare il rispetto delle distanze di sicurezza e prevenire assembramenti occasionali, specie quando sono assembramenti di natura istantanea», aggiunge De Matteis che conclude esprimendo «sincera vicinanza a tutti coloro che in questo momento vivono delle difficoltà», ricordando la necessità di «non abbassare la guardia: ciascuno, nel proprio piccolo, può fare la differenza in questa battaglia che ci vede tutti uniti nella speranza di un rapido ritorno alla normalità».

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