Covid, la variante inglese è la più diffusa col 54%: brasiliana al 4,3%, sudafricana 0,4%. L'Iss: «Servono misure più restrittive»

Covid, la variante inglese è la più diffusa col 54%: brasiliana al 4,3%, sudafricana 0,4%. L'Iss: «Servono misure più restrittive»
Covid, la variante inglese è la più diffusa col 54%: brasiliana al 4,3%, sudafricana 0,4%. L'Iss: «Servono misure più restrittive»
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 22:00

In Italia è la variante inglese a dominare la scena durante questa seconda (o per qualcuno terza) ondata della pandemia di Covid-19. Lo rivela un'indagine annunciata il 17 febbraio dal Ministero della Salute e coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con ministero della Salute, Regioni e Province autonome. 

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La variante inglese (VOC 20212/01) del virus SarsCoV2 domina nettamente rispetto alle varianti brasiliana (P1) e sudafricana (501.V2), con una stima di prevalenza a livello nazionale del 54% (con una forchetta, ossia un intervallo di confidenza, che va dallo 0% al 93,3%).

La stima per la variante brasiliana è del 4,3% (0%-36,2%), mentre per la sudafricana è dello 0,4% (0%-2,9%). 

L'indagine è stata condotta in 101 laboratori delle 21 Regioni e province autonome; da un totale di 3.132 campioni risultati positivi al test molecolare, ne sono stati selezionati 1.296 dei quali è stata ottenuta la sequenza genetica o dell'intero gene che controlla la proteina Spike con il virus di aggancia alle cellule, o di parte dello stesso gene o ancora è stato fatto il sequenziamento in parallelo con la tecnica Ngs (Next Generation Sequencing). Dei 1.296 campioni sequenziati, 658 sono risultati riconducibili alla variante inglese, 63 a quella brasiliana e 6 a quella sudafricana.

Rallentare le varianti è possibile solo con misure più severe in quanto «potrebbero avere un impatto rilevante», indica l'Istituto Superiore di Sanità nel presentare i risultati dell'indagine sulle varianti. «Considerata la circolazione nelle diverse aree del Paese, si raccomanda - si legge nel documento - di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione delle varianti, rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto».

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