«Caro Babbo Natale: non voglio giochi, regalami una famiglia». Le commoventi lettere dei bambini in comunità

Per colpa di mia madre sono già stato in due comunità

«Caro Babbo Natale: non voglio giochi, regalami una famiglia». Le commoventi lettere dei bambini in comunità
«Caro Babbo Natale: non voglio giochi, regalami una famiglia». Le commoventi lettere dei bambini in comunità
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Sabato 4 Dicembre 2021, 11:24 - Ultimo aggiornamento: 11:53

Non giocattoli ma amore. E' questo il desiderio espresso da alcuni bambini di diverse case accoglienza di Napoli che per Natale hanno scritto lettere per richiedere regali, ma del tutto insoliti. «Non voglio giochi, vorrei una famiglia», «Mi piacerebbe un telescopio così guardo i miei nonni che sono in cielo», «Vorrei un lavoro per il mio papà»: sono alcune delle strazianti lettere scritte dai bimbi che, per diversi motivi, si trovano in case di accoglienza. Le lettere sono state pubblicate dall'associazione Società per Amore chesegue decine di casi di bambini della città partenopea con storie difficili. «Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti» scrivono.

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Tante le storie toccanti riportate, come quella di Giuseppe, otto anni, che da qualche mese vive senza i genitori in una casa famiglia a pochi chilometri da Napoli e che ora chiede una famiglia "normale". O Francesco, dieci anni, che con una incredibile lucidità scrive: «Per colpa di mia madre sono già stato in due comunità. In questa sono da solo mentre nell'altra stavo con lei. Le educatrici mi vogliono bene, anche se dicono che ho la testa dura, e io pure voglio bene a loro. Diciamo che uno dei regali che vorrei è che una coppia mi porti a casa loro e mi aiuti a fare i compiti e mi accompagni al parco giochi quando ho finito di studiare». 

Anna Di Biase, volontaria tenace e determinata di Società per Amore, raccolgono le richieste di questi bimbi meno fortunati e provano dare loro una speranza. Con la sua associazione organizza feste natalizie e ora lancia un appello affinché le letterine di Giuseppe, Francesco, Angela, Assunta, Antonia e tanti altri siano esaudite.

«Ce la faremo anche stavolta - dice al Mattino Anna Di Biase - le richieste sono tante, è vero, ma anche noi siamo parecchi. Sono fiduciosa come sempre: la macchina della solidarietà è già partita e nessun bambino resterà deluso. E' chiaro che chiunque vorrà darci una mano è ben gradito». Decine di letterine sono già state distribuite ad altrettanti benefattori ma non bastano mai. Ecco perché si cerca di allargare la comunicazione affinché la solidarietà, che in Italia non è mai mancata, si estenda a macchia d'olio.

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