Covid Campania, ispettori della Sanità a Napoli: dubbi sulle cifre comunicate. Rt, Lombardia in testa con 2,08

Campania, ispettori della Sanità a Napoli: dubbi sulle cifre comunicate. Rt, Lombardia in testa con 2,08
Campania, ispettori della Sanità a Napoli: dubbi sulle cifre comunicate. Rt, Lombardia in testa con 2,08
di Mauro Evangelisti
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Martedì 10 Novembre 2020, 08:36

Gli ispettori del Ministero della Salute sono a Napoli. I numeri sull'andamento del contagio, quelli che consentono di misurare i 21 parametri per decidere un eventuale lockdown regionale, non tornano. Sotto esame l'intera filiera della raccolta dei dati. C'è uno scollamento tra le notizie preoccupanti che arrivano dagli ospedali napoletani e ciò che viene raccontato dai numeri. Anche la procura di Napoli ha aperto un fascicolo. Mentre negli ospedali i pazienti Covid restano per ore sulle ambulanze davanti ai pronto soccorso, l'Rt della Campania non è tra i più alti ed è sotto la media nazionale, a 1,57.

Alla voce valutazione della probabilità di diffusione la cabina di regia che analizza i dati, per decidere le fasce di rischio da assegnare alle Regioni, per la Campania scrive moderata.

Non solo. Alla voce valutazione d'impatto si legge: bassa. Eppure, gli ospedali sono in sofferenza. Per questo è stato deciso un supplemento d'indagine per la Campania che, formalmente, è in fascia gialla, la meno grave. Anomala la situazione della Calabria nelle pagelle della cabina di regia: è in fascia rossa, per le ormai conclamate difficoltà del servizio sanitario, ma stando ai numeri è nello scenario di rischio basso (il 2), ha giudizi confortanti su probabilità di diffusione e valutazione di impatto. Ma poi alla casella classificazione di rischio la cabina di regia scrive: «Alta con molteplici allerta di resilienza». E il report di ieri della cabina di regia ha denunciato il «ritardo di ricezione di dati consolidati dalle Regioni».

<h2>Il report</h2>

L'Rt nazionale, l'indice che misura la velocità di trasmissione del virus e fa scattare l'allarme quando supera 1, è stabile a 1,72, livello simile a quello della settimana scorsa quando era a 1,70. Ma all'orizzonte c'è il rischio di una epidemia «incontrollata», di un ulteriore peggioramento. La cabina di regia del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità, di cui fanno parte anche rappresentanti delle Regioni, ha chiesto nuove misure. Si legge nel report: «Nella settimana di monitoraggio, tutte le Regioni sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio, o a rischio moderato, con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane.

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La maggior parte del territorio è compatibile con uno scenario di tipo 3 ma il numero di Regioni in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 è in aumento. Situazione complessivamente e diffusamente molto grave». Le valutazioni settimanali sui 21 indicatori hanno condannato al passaggio dalla fascia gialla ad arancione Abruzzo, Umbria, Liguria, Toscana e Basilicata. Ma c'è preoccupazione in tutte le regioni, anche in quelle rimaste nella fascia gialla come Lazio, Marche, Veneto ed Emilia-Romagna. Il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza: «Abbiamo 523,74 casi per 100mila abitanti».

Il punto cruciale: la tenuta degli ospedali. Secondo il report «nei ricoveri notiamo una tendenza all'aumento e un incremento in terapia intensiva». La valutazione dei 21 indicatori (tra gli altri occupazione dei posti letto, efficacia del tracciamento, incidenza di nuovi casi positivi, tempistica della diagnosi) appare farraginosa. Per quanto riguarda gli Rt (settimana 26 ottobre - 1 novembre 2020 con aggiornamento il 7), la Lombardia ha il valore più alto, 2,08. Seguono Basilicata 1,99, Piemonte con 1,97, Molise 1,88, Provincia autonoma di Bolzano 1,87, Emilia-Romagna 1,63, Calabria e Trento 1,6, Campania e Puglia 1,57, Abruzzo e Valle d'Aosta 1,54, Veneto, Toscana e Umbria 1,53. Meglio Lazio e Marche: 1,36 e 1,29.

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