Coronavirus, allarme ​dell'epidemiologo: «Prepararsi a pandemia con simulazioni»

Coronavirus, allarme dell'epidemiologo: «Prepararsi a pandemia con simulazioni»
Coronavirus, allarme ​dell'epidemiologo: «Prepararsi a pandemia con simulazioni»
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Martedì 18 Febbraio 2020, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 18:15

Coronavirus, l'Italia «sta facendo un ottimo lavoro nella fase di contenimento della epidemia da Sars-CoV-2. Saremo altrettanto bravi nel malaugurato caso il virus dovesse arrivare? Abbiamo pronto il nostro estintore?». A chiederselo è l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene dell'Università di Pisa, che aggiunge: «La Cina sta fornendo al mondo un'opportunità irripetibile, quella di mettere mano seriamente ai piani di preparazione pandemica. Piani che devono andare al di là di circolari ministeriali tecnicamente perfette e diligentemente riposte in un cassetto delle direzioni mediche degli ospedali. Prepararsi ad una pandemia significa - spiega in un post su Facebook - fare (già da ieri) esercitazioni e simulazioni in ogni ospedali». «Significa prevedere spazi e percorsi per pazienti che necessitano isolamento respiratorio in terapia intensiva. Significa avere personale che ha e sa usare tutti i dispositivi di protezione individuale. E tanto altro».

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«Negli ospedali italiani il controllo infezioni è una Cenerentola - osserva  - e prova ne è il triste primato europeo di infezioni ospedaliere da batteri resistenti. Approfittare della emergenza legata alla Covid-19 sarebbe una maniera intelligente per investire seriamente nel controllo infezioni».



«L'estintore - ricorda - ha un costo sia di acquisto che di manutenzione. Nel 99,99% dei casi dovrà essere sostituto senza essere mai stato usato. Eppure è necessario e bisogna comprarlo prima che divampi un incendio. Dire a gran voce che è necessario dotarsi di un estintore non è allarmismo. Né tanto meno vicinanza alla lobby dei produttori di estintori. È semplice buonsenso. Per un uomo di scienza è anche senso civico. Soldi per un estintore ben spesi», conclude.
 

 
 

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