Coronavirus, l'indice Rt in aumento in 12 regioni. L'Iss: «L'epidemia non è finita»

Coronavirus, l'indice Rt in aumento in 12 regioni. L'Iss: «L'epidemia non è finita»
di Mauro Evangelisti
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Sabato 27 Giugno 2020, 06:34 - Ultimo aggiornamento: 15:42

Rt, indice di trasmissione del virus, è il numeretto con cui ogni settimana si misura l'andamento dell'epidemia, regione per regione: le tabelle diffuse ieri dall'Istituto superiore di sanità confermano che il Lazio, a causa soprattutto del cluster del San Raffaele ormai chiuso, è sopra a 1 (considerato limite critico), a 1,24. Ma anche altre regioni toccano quel limite, assestandosi a 1,01: sono l'Emilia-Romagna e la Lombardia. In totale, cresce in 12 regioni, ma fino a quando è lontano da 1 non preoccupa. Questo indicatore, però, va preso sempre nel contesto dei 21 totali utilizzati per misurare la febbre all'epidemia.

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E c'è un altro valore molto importante, quello che registra l'incidenza (per ogni 100mila abitanti) dei nuovi casi in una settimana. Bene, in questa casella la Lombardia continua a essere sopra tutte le altre regioni: 8,77. Per capire le differenze: l'Abruzzo è a 0,77, il Lazio a 0,68, Emilia-Romagna 3,18, il Veneto 0,47, l'Umbria 0,23, le Marche 0,72 e la Puglia 0,22. Tornando all'Rt (la media dei casi secondari infettati a una paziente positivo), l'Umbria ormai è a 0, mentre la vicina Toscana è a 0,96. Di fatto è una epidemia che si muove a macchia di leopardo, con i singoli focolai da monitorare costantemente; ieri, nel magazzino del corriere espresso Brt Bartolini di Bologna sono stati trovati altri 27 casi, i sindacati parlando di «dipendenti terrorizzati», possibile la sospensione dell'attività; nella città di Fiumicino, invece, il Lazio fa prevenzione dopo che il dipendente di un ristorante è stato trovato positivo: si va alla ricerca di tutti i clienti delle ultime due settimane. Fermare i focolai prima che vadano fuori controllo: questo ormai è il mantra. Perché sono importanti i dati settimanali diffusi come ogni venerdì dell'Istituto superiore della sanità? Sono i primi che tengono conto anche degli effetti dell'ultima fase di riapertura, visto che il 3 giugno è stato dato via libera agli spostamenti tra regioni.
 


E ieri, nel commento alle schede di valutazione (le famigerate pagelle delle Regioni), il dirigente del Ministero della Salute, il professor Giovanni Rezza, ha tracciato questa sintesi: «La situazione è buona nel Paese e l'indice Rt sotto 1 su scala nazionale, con differenze fra regioni nell'incidenza. Focolai, anche di una certa rilevanza, indicano che il virus in determinati contesti è in grado di circolare anche rapidamente. Ciò induce a tenere comportamenti adeguati e a identificare e contenere prontamente i focolai come attualmente si sta facendo». A margine delle pagelle, scrive l'Istituto superiore di sanità: «Ci sono piccoli segnali di allerta, la situazione epidemiologica è fluida e richiede rispetto rigoroso delle misure di contenimento». Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha partecipato alla teleconferenza con i colleghi degli altri paesi del G7, e ha osservato: «C'è preoccupazione per l'andamento del contagio nel mondo. Soltanto insieme usciremo da questa battaglia». Le Regioni, però, stanno facendo delle accelerazioni. In Emilia-Romagna, il presidente Stefano Bonaccini ha deciso che da ieri su treni e bus non debbano più essere imposte le distanze e i posti vuoti. Nel Veneto, il governatore Luca Zaia, ha varato un'ordinanza da lui stesso definita «una delle più toste tra quelle che abbiamo firmato». Cosa dice? Anche qui torna la normalità nel trasporto pubblico. E poi: sì ai quotidiani nei bar, sì agli sport di contatto e via libera alle saune («temperature tra 80 e 90 gradi»), riaperti gli ippodromi, sì alle processioni. Bene, oltre alle pagelle, ai giudizi dell'Istituto superiore di sanità e alle accelerazioni delle regioni, cosa dicono i dati del giorno? I nuovi positivi, rispetto a 24 ore prima, sono diminuiti (da 296 siamo passati a 259 di cui il 60 per cento in Lombardia); c'è una diminuzione delle morti per Covid-19 notificate (30); gli attualmente positivi sono sempre di meno, 17.638, così come crollano i ricoverati, in totale, 1.461. C'è per un dato stonato, tornano a salire le terapie intensive, sia pure di poco: da 103 a 105.

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