Covid, Boccia: «Coprifuoco alle 22 anche a Capodanno»
Cirio: «Ieri in centro a Torino c'era una folla inaccettabile»

Covid, Cirio: «Ieri in centro a Torino c'era una folla inaccettabile» Boccia: «Coprifuoco alle 22 anche a Capodanno»
Covid, Cirio: «Ieri in centro a Torino c'era una folla inaccettabile» Boccia: «Coprifuoco alle 22 anche a Capodanno»
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Lunedì 30 Novembre 2020, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 14:18

Domani è previsto un nuovo incontro tra i ministri Francesco Boccia, Roberto Speranza, il commissario straordinario all'emergenza Covid Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e i presidenti di regione per discutere il prossimo Dpcm«Il Dpcm segue un iter ormai conosciuto, in queste ore va avanti il confronto, domani mattina ci sarà una riunione Stato-regioni con Speranza e poi si va in Parlamento, ci sarà un confronto parlamentare e poi il presidente Conte tirerà le somme», ha detto il ministro Francesco Boccia a Rainews24.

Il coprifuoco è una misura che rimarrà ancora centrale.

Il ministro avrebbe già detto nel corso delle riunioni governative: «Devono passare sul mio cadaverè se salta il coprifuoco alle 22». È vero che lo ha detto? Viene chiesto a Boccia a Rainews24 e lui ha risposto così: «Si dicono tante cose nelle riunioni e comunque sì la penso così, come Speranza e tutto il governo. Prudenza e attenzione è la nostra linea, una linea che mette la salute davanti a tutto». Il ministro sottolinea che bisogna evitare una terza ondata. 

«Se le regole dicono che non ci si può spostare, io a Natale resterò a Roma- prosegue il ministro - Poi il momento dell'abbraccio con i miei genitori e parenti in Puglia arriverà e se arriverà in un giorno diverso da quello solito, credo che lo capiranno tutti».

Sui ricongiungimenti tra figli e genitori «c'è un confronto che andrà avanti, ma qui si tratta di dare priorità assoluta alla difesa delle reti sanitarie. Nessuno penso voglia la terza ondata». Lo dice il ministro Francesco Boccia a Rainews24 in merito a eventuali deroghe per gli spostamenti per consentire i ricongiungimenti familiari a Natale perchi abita in regioni diverse. «Per evitare la terza ondata dobbiamo continuare nel mese di dicembre con il rigore e il distanziamento sociale che devono prevalere su qualsiasi esigenza. Molti di noi hanno parenti in un'altra regione, ma ognuno di noi vuole che i propri cari stiamo bene e che gli operatori sanitari possano lavorare nel miglior modo possibile». «A dicembre con queste misure si può consentire di rimettere in sicurezza l'intero sistema incrociando la campagna vaccinale in primavera, ma per farlo non possiamo consentire rallentamenti. Io sono per regole chiare e non interpretabili».

 

Troppa gente in centro a Torino ieri. Perciò nel capoluogo piemontese si annunciano nuovi provvedimenti restrittivi. Ieri il Piemonte, ma anche la Lombardia sono tornate in zona arancione, i negozi hanno riaperto e si è scatenato lo shopping prenatalizio sia a Torino che a Milano complice il Black Friday

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«Quello che ho visto ieri in alcune vie a Torino è qualcosa che mi riporta con la mente in estate e non possiamo permettercelo». Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, commenta così le immagini della folla che ieri hanno accompagnato la riapertura dei negozi. «Quello che è successo ieri a Torino è qualcosa di inaccettabile», sottolinea ai microfoni di Radio Veronica One. «Questa mattina parteciperò al Comitato per l'Ordine pubblico e chiederò al prefetto interventi rigorosissimi - aggiunge - So che le forze dell'ordine hanno fatto tanto ma evidentemente non basta. I piemontesi si stanno comportando in modo serio, ma laddove ci sono situazioni che scappano di mano bisogna intervenire subito in maniera netta».

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«I sovraffollamenti che si stanno determinando nei centri delle città per lo shopping ci devono far riflettere, senza immaginare di avere la soluzione in tasca». Così il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. «Certo, chiudere tutto è una opzione che risolve, seppur provvisoriamente, il problema - prosegue Vaia -. Chiudiamo i centri dello shopping e così cancelliamo ab origine. Ma se invece provassimo ad aprire sulle 24 ore e tutti i giorni? Potrebbe essere una opportunità per spalmare gli accessi? Certo ci sarebbe bisogno della grande collaborazione dei cittadini. Più difficile ma anche più sfidante, soprattutto in presenza di immagini inequivoche che mostrano tanto affollamento. Allora, cari cittadini, cari italiani, vogliamo avere sempre più spazi di agibilità sociale? Vogliamo tornare pian piano alla normalità e non privarci di nulla? Dobbiamo comportarci bene!» conclude Vaia.

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