Catania, infermiere uccide due pazienti scelti a caso per vendetta: arrestato

Iniezioni letali: le tracce delle dosi massicce di farmaci sono ancora presenti nei cadaveri dopo due anni

Catania, infermiere uccide due pazienti scelti a caso per vendetta: arrestato
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Mercoledì 13 Luglio 2022, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 12:28

È un movente inquietante quello che sta dietro agli omicidi avvenuti all'interno dell'ospedale Cannizzaro di Catania e per i quali è stato arrestato l'infermiere Vincenzo Villani Conti. L'uomo, 50 anni, avrebbe ucciso due pazienti, una ultra 60enne ed una di 80 anni, scelte a caso, per vendicarsi dei superiori che lo avevano trasferito in un nuovo reparto ospedaliero. 

La vendetta dell'infermiere

Conti è stato arrestato ieri con l'accusa di omicidio premeditato pluriaggravato.

Le pazienti sono state uccise tra il 2020 e il 2021 con una massiccia somministrazione di diazepan e midazolam. Il movente del delitto è emerso nella misura cautelare emessa dal gip di Catania.

Infermiere arrestato, l'iniezione dei farmaci letali

Ma come ha agito l'infermiere? Ha iniettato dei farmaci: ha somministrato dosi massicce di diazepam e midazolam, non prescritti e anzi controindicati per le patologie di cui soffrivano le due vittime che sarebbero morte poche ore dopo la fine del turno di notte dell' infermiere. Le due vittime erano ricoverate nel reparto di medicina e chirurgia d'accettazione e urgenza. La svolta nelle indagini sarebbe arrivata dopo gli accertamenti tecnici, medico-legali e tossicologici sui cadaveri delle due donne riesumati su disposizione della Procura proprio per venire a capo delle cause del decesso. Per gli inquirenti i farmaci sarebbero stati somministrati dall' infermiere «con modalità estranee ad esigenze terapeutiche» e nelle cartelle cliniche, secondo quanto appurato dagli investigatori della squadra mobile, non risultava indicata la prescrizione dei farmaci, «proprio perché del tutto controindicati rispetto alle patologie sofferte» dalle vittime.

Inoltre, la somministrazione eccessiva dei medicinali sarebbe provata dal fatto che «pur a distanza di diversi mesi dalla morte», nei cadaveri sarebbero presenti «tracce significative» dei principi farmacologici. «Nei campioni biologici dei due pazienti i dati relativi al midazolam e al diazepam sono compatibili con una somministrazione delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull'apparato respiratorio», sostengono gli inquirenti. E «considerando le condizioni cliniche delle due pazienti, la grave compromissione della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto costituire una controindicazione specifica alla somministrazione». Il quadro indiziario raccolto, dopo lunghe e complesse indagini, è stato condiviso dalla Procura che ha chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare carceraria nei confronti dell' infermiere, emessa lo scorso 5 luglio. L'uomo ora è rinchiuso nella casa circondariale di Catania. 

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