Professore muore a Biella il giorno dopo il vaccino, Piemonte blocca lotto ABV5811. L'Olanda sospende AstraZeneca

Professore muore il giorno dopo aver fatto il vaccino, Piemonte sospende AstraZeneca
Professore muore il giorno dopo aver fatto il vaccino, Piemonte sospende AstraZeneca
di Francesco Malfetano
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Domenica 14 Marzo 2021, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 00:48

Un altro lotto del vaccino anti-Covid AstraZeneca è stato sospeso. Stavolta in Piemonte. Si tratta della consegna marchiata ABV5811, al cui interno, tra le circa 500mila dosi che la componevano, c’era il vaccino somministrato sabato a Sandro Tognatti, il docente di clarinetto del conservatorio di Novara, deceduto a Biella, a 57 anni. Una scelta, quella della Regione Piemonte di sospendere il lotto (ma non tutte le immunizzazioni), dettata dal principio di precauzione.

La correlazione

Al momento è infatti impossibile stabilire una correlazione tra l’inoculazione e il decesso. «Un atto di estrema prudenza, in attesa di verificare se esista un nesso di causalità» ha affermato l’assessore alla Sanità della Regione, Luigi Genesio Icardi. «Ad oggi in Piemonte - ha spiegato - non era mai stata segnalata nessuna criticità particolare».

Per questo, proprio per fare chiarezza, è inoltre stata disposta l’autopsia sanitaria sul corpo del 57enne. 

Il momento è molto delicato. Giovedì Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, aveva infatti già bloccato il lotto ABV2856 per la segnalazione di «eventi avversi» - tre decessi in Sicilia - per i quali, allo stesso modo del caso di Biella non è stata determinata alcuna correlazione con il vaccino. 

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L'Aifa

Una posizione che ieri la stessa Aifa, per bocca del suo presidente Giorgio Palù, ha ribadito. «Non c’è alcun rischio con Astrazeneca - ha detto il virologo alla trasmissione Mezz’ora in più - C’è molta emotività rispetto ai vaccini, ma a tutt’oggi, e questo vale anche Astrazeneca, non c’è alcuna correlazione sinora dimostrata né un nesso causale» tra la somministrazione delle dosi e le morti che si sono verificate. Per questo, ha aggiunto Palù, prima di prendere certe decisioni «bisogna essere molto cauti».

La situazione evidentemente preoccupa tutti, anche i medici che quei vaccini “sospettati” debbono somministrarli. «Molti colleghi sono spaventati da quello che è successo» ha spiegato ieri il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli. «La magistratura fa il suo doveroso lavoro e sono ‘atti dovuti’ ma serve mettere in serenità gli operatori e pensare a una sorta di ‘scudo penale’, un intervento legislativo idoneo, senza sconvolgere i nostri principi democratici, per dare in un questa fase emergenziale la possibilità al medico di potersi esimere dai problemi di carattere colposo». 

Intanto la situazione continua ad impensierire tutta Europa. Dopo Danimarca, Austria, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Lussemburgo (oltre a Norvegia e Islanda che non sono parte della Ue), ieri anche Olanda (in via precauzionale fino al 28 marzo) e Irlanda si sono iscritte alla lista di Paesi che hanno deciso di sospendere, del tutto o solo per alcuni lotti, la somministrazione dei farmaci AstraZeneca. 
 

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Gli stop sono stati dettati da una trentina di segnalazioni di eventi tromboembolici, purtroppo spesso risultati fatali, secondo alcuni derivati da un numero ristretto di lotti. Ma le indagini sono ancora in corso, ed è presto per stabilire qualsivoglia correlazione tra la somministrazione del farmaco anglo-svedese e la formazione di coaguli. «Abbiamo agito in base al principio di precauzione» ha spiegato ieri ai media locali anche Ronan Glynn, vicedirettore dell’Istituto di Sanità dell’Irlanda. L’Ema ha già fatto sapere che «attualmente non vi è alcuna indicazione che la vaccinazione abbia causato queste condizioni».

Non resta quindi che attendere i risultati delle indagini che sta conducendo il Prac (il Comitato per la sicurezza interno all’Agenzia Ue), tenendo però sempre a mente che la spiegazione potrebbe risiedere tutta nella fredda statistica perché ad oggi il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è affatto superiore a quello osservato nel resto della popolazione. Tant’è che al 10 marzo, sono «stati segnalati 30 casi di eventi tromboembolici su quasi 5 milioni di persone immunizzate» ha fatto notare Ema. Per cui, al netto della tragicità di qualsiasi morte, «i benefici sono da considerarsi superiori ai rischi». E dunque «non c’è motivo di non utilizzare» il vaccino AstraZeneca, come ha spiegato anche l’Organizzazione mondiale della sanità.

 

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