Sigaretta elettronica e Iqos, oncologi: tabacco riscaldato arma per ridurre danni

Sigaretta elettronica e Iqos, oncologi: tabacco riscaldato arma per ridurre i danni
Sigaretta elettronica e Iqos, oncologi: tabacco riscaldato arma per ridurre i danni
di Francesca Pierantozzi
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Mercoledì 12 Febbraio 2020, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 23:32

Non si dovrebbe fumare. Né eccedere con gli zuccheri, né con i grassi, né con l'alcool. Non si dovrebbe, lo sanno tutti. Eppure un miliardo di persone al mondo fuma. Il 64% dei pazienti con tumore ai polmoni continua a fumare. Più di 40 milioni di umani muoiono ogni anno per malattie croniche, non trasmissibili, provocate nel 70 per cento dei casi da abitudini sbagliate. Che fare?

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Se il bene assoluto diventa impossibile, se il cinquantenne che ha cominciato a fumare a 15 anni non riesce a smettere, è giusto cercare di limitare i danni, di scegliere il male minore anche quando si chiama sigaretta elettronica o iqos? Anche se a fabbricarle sono sempre le stesse industrie del tabacco, le sole che uccidono i loro clienti, ha detto brutalmente il presidente dell'Uruguay Tabaré Vázquez, responsabile del rapporto dell'Oms sulle malattie non trasmissibili?

I DISPOSITIVI
Sì, è giusto, hanno risposto a Parigi alcuni oncologi riuniti alla prima Conferenza internazionale sulla riduzione del danno nelle malattie non trasmissibili. E perfino i produttori potrebbero cambiare strategia. Da Philip Morris assicurano che all'orizzonte c'è una rivoluzione: azzerare la produzione di sigarette normali a combustione e produrre esclusivamente dispositivi a riscaldamento della nicotina.
 


«Se per me, da oncologo, il sogno è che sempre più persone smettano di fumare, adesso posso comunque dire loro che esistono opzioni meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali» ha detto a margine della conferenza David Khayat, già primario di oncologia al parigino La Pitié Salpetrière, docente a Parigi e a Houston, ex capo dell'Istituto nazionale francese del cancro. Dall'Italia, Umberto Tirelli, dell'Istituto Nazionale Tumori di Aviano, conferma: «Il dibattito è aperto, il tema della riduzione del danno è molto importante, ad alcuni non piace, ma noi medici, e non solo noi medici, lo applichiamo sempre. La nicotina provoca la dipendenza, ma è soprattutto la combustione a provocare il cancro. Le sigarette che non bruciano ma riscaldano, come l'iqos, sono meno nocive perché producono meno sostanze cancerogene. L'ideale è smettere. Io ho smesso, quando ero giovane. Ma chi non ce la fa? Penso a chi ha 40 o 50 anni, che fuma da quando ne ha quindici, che non riesce - o non vuole - smettere, e che rischia di sviluppare un tumore al polmone».

I RICOVERI
Se per l'Oms i prodotti a tabacco riscaldato continuano a non rappresentare alternative meno dannose alle sigarette, in America, la Food and Drug Administration americana ha confermato che in quei prodotti c'è un'importante riduzione dell'esposizione alle sostanze tossiche. E anche se resta la nicotina, e quindi la dipendenza. «È vero dice Tirelli ma dire che le sigarette elettroniche sono state responsabili di ricoveri e decessi è un falso. Quello che è successo negli Usa riguarda le sigarette elettroniche aperte, in cui si possono introdurre altre sostanze ma anche droghe». D'accordo anche Peter Harper, oncologo britannico ed ex responsabile del Guy's, King's and St. Thomas Hospital di Londra: «Un cambiamento dello stile di vita è la misura più efficace per ridurre al minimo il pericolo di molte malattie croniche» ha detto a Parigi.

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