Massimo Giletti: «Basta violenze negli ospedali, ho fatto un film»

Massimo Giletti: «Basta violenze negli ospedali, ho fatto un film»
Massimo Giletti: «Basta violenze negli ospedali, ho fatto un film»
di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 15:03
Massimo Giletti, giornalista e conduttore di Non è l'Arena, interpreta se stesso nel docufilm Notturno, insieme a Maria Grazia Cucinotta, prodotto da Corrado Azzollini per Draka Production per sensibilizzare sulla violenza contro medici e operatori sanitari. Perché?
«Un docufilm arriva anche a chi non segue talk show. Usare più linguaggi consente di raggiungere più tipi di pubblico».

In tv si è occupato a lungo del caso di Serafina, violentata mentre era di turno alla guardia medica.
«Ho fatto una battaglia durissima e la continuerò. Ho chiamato io la compagnia Allianz perché Serafina avesse almeno quel poco di risarcimento che un'assicurazione riconosce a una vittima di stupro. Erano scaduti i termini. In una lettera inviatale, l'assicurazione parlava di infortunio. Uno stupro è considerato come una caviglia rotta. L'Ordine dei Medici di Catania non si è neppure costituito parte civile: scandaloso, nessuno dice niente».
Perché tutto ciò, secondo lei?
«C'è una mancanza di rispetto altissima verso le donne. E anche nel modo di proporle in Tv. Chi fa televisione, deve fare di tutto per cambiare queste cose. La Tv oggi ha senso se dona voce a chi, da solo, non ha la forza di farsi sentire».
Non tutti la intendono così.
«Il giornalismo è questo. Poi ognuno fa la Tv che sente. Io divido abbastanza, lo so, ma mi batto e fino in fondo. Noi non raccontiamo una storia e la dimentichiamo. Nascono rapporti intensi con chi seguiamo. È fondamentale. Sono persone, non numeri e questo vorrei ricordarlo anche alla Politica».
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