Un cieco, un cardiopatico e un folle: tre falsi invalidi nella stessa famiglia

Un cieco, un cardiopatico e un folle: tre falsi invalidi nella stessa famiglia
Un cieco, un cardiopatico e un folle: tre falsi invalidi nella stessa famiglia
di Luca Pozza
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Giovedì 7 Novembre 2019, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 06:50

La Guardia di finanza di Vicenza ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale berico, cautelando somme di denaro ed un bene immobile nella disponibilità di tre soggetti di 66, 40 e 69 anni, di origine straniera, appartenenti allo stesso nucleo familiare - si tratta di B.J., 66 anni, R.J. di 40 e M.J, 69enne - che percepivano pensioni di invalidità. Il terzetto è stato denunciato per ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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Gli accertamenti hanno riguardato la percezione da parte dei tre di pensioni di invalidità civile erogate dall'Inps e di altri emolumenti elargiti da altri enti pubblici, a fronte di patologie gravemente invalidanti: cecità assoluta, cardiopatia e menomazioni mentali, tali da impedire, almeno all'apparenza, lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa da parte dei tre indagati. Le indagini sono proseguite effettuando pedinamenti, sopralluoghi, acquisire informazioni e atti presso pubblici uffici, per ricostruire l'effettivo stile di vita quotidianamente tenuto dai tre soggetti finiti sotto la lente di ingrandimento dei militari. Sono state inoltre acquisite ed analizzate da personale medico specializzato le cartelle cliniche ed altra documentazione sanitaria riferita ai tre soggetti.

Gli esiti di questi ultimi accertamenti, condotti mediante il supporto specialistico, hanno messo di evidenza l'incoerenza tra le patologie lamentate dai tre soggetti indagati ed il loro quotidiano stile di vita, permettendo di accertare che le somme corrisposte per l'invalidità patita da ciascuno erano da considerarsi percepite
illegittimamente. A fronte di questa proposta, l'autorità giudiziaria berica, ha emesso un decreto di sequestro preventivo che ha investito i conti correnti riconducibili agli indagati e quote di immobili di proprietà degli stessi per un ammontare pari ad oltre 90 mila euro.
 

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