Giorgia Pagano, trapianto multiorgano terminato per la bimba di 11 anni. La madre: «È l'ultima spiaggia»

Giorgia Pagano, trapianto multiorgano terminato per la bimba di 11 anni. La madre: «È l'ultima spiaggia»
Giorgia Pagano, trapianto multiorgano terminato per la bimba di 11 anni. La madre: «È l'ultima spiaggia»
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Mercoledì 6 Novembre 2019, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 16:35

Giorgia Pagano, una bambina di 11 anni d'origini pugliesi malata di sindrome di Berdon e da una vita in attesa di un donatore di fegato, pancreas, stomaco, intestino e milza, ha finalmente trovato un donatore. Gli organi di un bimbo deceduto in un incidente stradale, negli Stati uniti, sono ora nel corpo della piccola Giorgia e i medici dell'ospedale di Pittsburgh hanno terminato, dopo dieci ore e mezza, il difficilissimo intervento di trapianto multiorgano cui la bambina si è sottoposta, a partire da ieri sera, ora italiana. Non è stato possibile - come spiega la madre di Giorgia, Elisa Barone - chiudere la parete addominale attorno al nuovo intestino, che dunque aderirà alla pelle. «Ma il suo era perforato, infiammato. Da qui a un anno - ha aggiunto - sarebbero iniziate atroci sofferenze».

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Un filo di speranza è legato proprio all'esito dell'operazione a cui in queste ore è stata sottoposta negli Stati Uniti, dove da tempo vive con la madre Elisa e il fratello Jody. La bambina è affetta dalla rarissima sindrome di Berdon, che dall'età di un anno la costringe ad alimentarsi in maniera artificiale. Da quando questa patologia è stata scoperta negli anni '70, si contano in tutto il mondo appena 270 persone malate, solo 10 in vita, e Giorgia è tra queste. Ed è la più anziana. Un miracolo, infatti, che stupisce perfino i medici di Pittsburgh. La piccola ha già subìto svariati interventi-tampone, ma quello effettuato ieri potrebbe essere quello deciviso, atteso da anni. «Alle 18.30 (ieri, ndr) - ha scritto infatti ieri su Facebook la madre della bambina - ci hanno chiamato per sapere se Giorgia aveva febbre o no e Giorgia sta bene. Ci hanno detto che ci sono degli organi “disponibili”, ma che dobbiamo aspettare una seconda chiamata per confermare il trapianto».


Si è immediatamente attivata l'organizzazione Unos, che gestisce i trapianti d'organo negli Usa e che ha contattato la famiglia di Giorgia, la prima in lista d'attesa e, inoltre, compatibile sia per il sangue che per la misura degli organi disponibili. «Alle 11 del mattino (in Italia saranno le 17) sapremo se si procederà definitivamente con il trapianto o no. Alle 11 del mattino infatti, se ho imparato bene come vanno queste cose, termineranno le 12 ore di osservazione del “donatore” per accertarsi della definitiva morte cerebrale. A quel punto, in sala operatoria, i medici valuteranno la bontà degli organi e autorizzeranno definitivamente il trapianto. Siamo in attesa. Giorgia è distrutta e io con lei».

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La piccola Giorgia ha ingannato l'attesa in un centro commerciale statunitense, con la sua amica del cuore e la mamma. Poi è crollata. «Tremo all'idea di questo trapianto da 11 anni!!! 11 anni e io so cosa c'è dietro, ho visto con i miei occhi ed è dolorosissimo». L'esito del trapianto è tutt'altro che scontato, «ma per noi è l'ultima spiaggia».

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