«Se MICI Metto nasce dall’esperienza di una giovane paziente che ha la capacità artistica di raccontare il vissuto e le emozioni dei pazienti affetti da MICI attraverso lo scatto fotografico», dichiara Enrica Previtali, Presidente di AMICI Onlus. «Sicuramente la fotografia ha saputo rappresentare e trasmettere il sentimento che caratterizza le persone con MICI, in cui progetti di vita e obiettivi vengono frenati dalla patologia. Ma il vero messaggio del progetto è quello di “osare” e non lasciarsi condizionare.
Queste malattie sono complesse, a componente infiammatoria e andamento recidivante.
Interessano l’intestino; due le forme principali: la colite ulcerosa e la malattia di Crohn (MC). Tipiche delle età giovanili (il picco più importante si concentra tra i 15 e i 35 anni) affliggono in Italia circa 200.000 persone nel pieno della loro vita produttiva e affettiva. «Spesso compaiono in età giovanile, sono ‘invisibili’ agli altri ma hanno un impatto fortissimo sulla qualità di vita delle persone colpite. Sono ancora molti i bisogni clinici non soddisfatti dei pazienti con MICI. Penso, ad esempio, alla necessità di una diagnosi precoce e a una rete assistenziale che connetta gli specialisti agli operatori del territorio», sottolinea Alessandro Armuzzi, Segretario Generale di IG-IBD.