Una recente ricerca della American Association for the Advancement of Science ha rilevato microplastiche in tutti i prodotti che escono dagli impianti di trattamento dei rifiuti organici: i compostatori che producono compost e i biodigestori che producono biogas e un residuo solido, poi trasformato in compost. «A causa delle loro piccole dimensioni - scrivono i ricercatori -, le microplastiche (frammenti, fibre e sfere, tutte più piccole di 5 millimetri) presumibilmente entrano nella catena alimentare, e possono finire perfino nel cibo umano».
L'Italia non è l'unica in Europa ad avere il problema del rifiuto umido contaminato. Al convegno di Kassel è emerso che situazioni analoghe si registrano anche in Germania, Svizzera e Austria. Anzi, il nostro paese è messo meglio. Insieme alla Francia, è l'unico ad aver vietato i sacchetti non biodegradabili. Un divieto simile entrerà in vigore in Spagna nel 2020, mentre i compostatori austriaci hanno avviato una campagna per introdurlo anche da loro.