Corona non torna in carcere: tutto rimandato a novembre. La relazione: «Il recupero è faticoso»

Corona non torna in carcere: tutto rimandato a novembre. La relazione: «Recupero faticoso»
Corona non torna in carcere: tutto rimandato a novembre. La relazione: «Recupero faticoso»
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Lunedì 25 Giugno 2018, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 20:17

Fabrizio Corona non tornerà, per adesso in carcere: i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano hanno deciso di rinviare - con una nuova udienza il 26 novembre - la decisione sulla conferma o meno dell'affidamento terapeutico concesso in via provvisoria a Corona lo scorso febbraio. I giudici hanno bisogno di più tempo, di ulteriori relazioni e di una valutazione su un periodo più lungo.

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La Procura generale aveva chiesto che l'ex 're dei paparazzi' tornasse in carcere, mentre i legali, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, avevano chiesto la conferma dell'affidamento. Per la difesa di Corona, i giudici vogliono approfondire le valutazioni dato che sono emersi sia aspetti positivi che criticità nel percorso di affidamento terapeutico di Corona fino ad ora.

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Il sostituto pg Antonio Lamanna aveva messo in luce nell'udienza di qualche giorno fa ben tre elementi che, a suo dire, avrebbero dovuto portare i giudici (presidente Giovanna Di Rosa, relatore Simone Luerti) a revocare l'affidamento terapeutico (per dipendenza psicologica dalla cocaina) concesso a Corona quattro mesi fa, quando è uscito dal carcere dove era tornato nell'autunno 2016 con l'arresto per gli oltre 2,6 milioni di euro in contanti, trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria.

 

 

"FATICOSO PERCORSO DI RECUPERO" In questi mesi è emersa la «fatica del paziente» Fabrizio Corona a «stare all'interno» delle attività dell'affidamento terapeutico ed è stata «altalenante» la sua frequentazione del programma di recupero, ha segnalato lo Smi, il Servizio multidisciplinare integrato, in una relazione agli atti del Tribunale. Nella relazione gli esperti parlano di una «reale difficoltà» dell'ex agente fotografico nel percorso di affidamento, chiarendo che Corona «apre piccolissimi spiragli introspettivi che però richiude». Ed esprime una «estrema sofferenza» a stare all'interno del «programma proposto». 

LE RICHIESTE DEL PG Il pg aveva sottolineato che Corona aveva diffamato il sostituto pg Maria Pia Gualtieri, la quale nel processo d'appello sui soldi in contanti ha chiesto di portare la condanna a 2 anni e 9 mesi e di riconoscerlo colpevole di tutti i reati. «Non ha capito un c....», aveva detto l'ex 'fotografo dei vip' davanti alle telecamere. In più, il pg ha ricordato che non appena ottenuto l'affidamento, Corona aveva postato foto e video sui social (venne ammonito dal giudice Luerti) e in quel periodo non poteva ancora farlo e poi era uscito di casa anche per andare in palestra, anche se doveva allontanarsi dall'abitazione solo per andare a curarsi. Poi le prescrizioni sono state allargate. Nell'udienza a porte chiuse aveva preso la parola anche Corona per dire di non aver commesso «violazioni». Poi se ne era andato, scuro in volto. 

LA DECISIONE DEI GIUDICI I giudici, invece, con una decisione non molto comune nei casi delle persone che stanno scontando la pena con misure alternative, hanno preferito monitorare ancora la situazione senza prendere un provvedimento definitivo. Hanno parlato, infatti, nel loro atto, notificato alle parti, della «necessità» di un «congruo rinvio» per meglio valutare la «adesione interiore» di Corona al percorso, la sua «intima comprensione delle regole» e la «efficacia del trattamento», dati gli elementi positivi ma anche le criticità emerse. Da qui la necessità anche di nuove relazioni per acquisire «dati socio-comportamentali» di Corona. 

I giudici hanno stabilito che allo stato non hanno elementi sufficienti per decidere (servono altre relazioni dell'Ufficio esecuzione penale esterna) se confermare o meno l'affidamento, che comunque per ora resta provvisorio e nelle stesse condizioni.
In più hanno rinviato a dopo l'udienza di fine novembre anche la decisione sulla richiesta della difesa di annullare una revoca dell'affidamento 'territoriale' decisa dalla Sorveglianza nel 2016. Se arrivasse quell'annullamento, Corona (il cui fine pena è previsto per l'inizio del 2022) guadagnerebbe un anno. 

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