La Corte d'Assise d'Appello, che ha rigettato la richiesta della difesa di Battisti di commutazione della pena dall'ergastolo a quella di 30 anni di reclusione, in accordo con la proposta del sostituto pg Antonio Lamanna, spiega che se l'ex terrorista Pac avesse voluto far valere l'accordo di estradizione italiano-brasiliano «non avrebbe dovuto allontanarsi volontariamente dal Brasile e non avrebbe dovuto opporsi alla conclusione della procedura estradizionale con la sua consegna all'Italia» dal paese sudamericano.
I giudici, pur confermando il carcere a vita, lasciano però aperto uno spiraglio e spiegano che a Battisti non è «applicabile il regime ostativo» previsto dalle norme e «potrà godere dei benefici penitenziari, in virtù di una progressione trattamentale, che è diretta attuazione» del principio costituzionale «della funzione rieducativa della pena anche per i condannati all'ergastolo», come ribadito da una recente sentenza della Consulta.
Il primo tra i benefici di cui potrà godere l'ex militante dei Pac, ora in carcere in Sardegna, sarà la liberazione anticipata «ai fini del calcolo del termine per poter chiedere permessi premio e misure alternative alla detenzione, avendo riguardo anche ai periodi di custodia cautelare espiata all'estero». Ma su questo capitolo dovrà decidere la magistratura di sorveglianza.