La Blue Whale è tornata, caso choc in Puglia:
«Una ventenne con tagli al braccio». E' allarme

La Blue Whale è tornata, caso choc in Puglia: «Una ventenne con tagli al braccio». Torna l'allarme
La Blue Whale è tornata, caso choc in Puglia: «Una ventenne con tagli al braccio». Torna l'allarme
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Venerdì 10 Agosto 2018, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 13:25

La Blue Whale è tornata? Un ragazzo di 24 anni di Latiano, in provincia di Brindisi, è stato denunciato a piede libero dai Carabinieri per favoreggiamento personale nell'ambito di una indagine sul fenomeno della 'sfida della balena blu', le pratiche di autolesionismo - complice il web - che possono arrivare fino al suicidio. La Procura indaga nei confronti di soggetti da identificare per istigazione al suicidio.

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Qualche giorno fa una ragazza, poco più che ventenne, originaria della provincia di Gorizia era stata trovata in strada a Latiano con ferite alle braccia, dopo la segnalazione di una donna alla centrale operativa dell'Arma: la giovane, identificata dai militari, era seduta per terra in stato confusionale con tagli al braccio sinistro. Trasportata con un'ambulanza al Pronto Soccorso, è stata poi dimessa con la diagnosi di 'postumi di lesioni autoinflitte'.



I carabinieri hanno ricostruito gli ultimi giorni della giovane e hanno accertato che da qualche tempo, attraverso i social, aveva conosciuto una persona più grande di lei che l'ha invitata e ospitata in un B&B. Dopo qualche giorno di permanenza, presa dallo sconforto di aver perso un treno utile (aveva programmato di tornare in Friuli), si è praticata dei tagli sull'avambraccio sinistro. Ai carabinieri ha riferito di aver partecipato al 'Blue Whale challenge', raccontando delle regole del gioco: ogni gesto che compie, lo posta su Facebook mediante una chat dedicata.

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In sostanza la ragazza avrebbe attuato una delle regole e precisamente la numero 3 che prevede dei tagli sul braccio, anche se non è riuscita a pubblicare le foto sulla piattaforma facebook e le ha inviate a mezzo WhatsApp ad una sua amica definita «compagna di vita». Attualmente la ragazza è ripartita, ha raggiunto i genitori in Friuli Venezia Giulia, con i quali sta ricostruendo un rapporto fiduciario.

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Il 24enne denunciato conosce la ragazza da tempo, l'ha ospitata, ed è al corrente delle regole del gioco. Quando è stato ascoltato dai carabinieri ha sottaciuto alcuni importanti particolari sulla vicenda. Dal suo racconto sono emerse alcune incongruenze. Nonostante sia stato l'ultimo a stare in camera con la ragazza, non ha riferito che la giovane si era autoinflitta i tagli sulle braccia.  

LA BLUE WHALE, REALTÀ O BUFALA? La sfida della balena blu è un 'gioco' venuto alla ribalta nel 2016 e balzato alle cronache per l'allarme sociale che suscita, poiché rappresenta uno degli aspetti fuorvianti dell'utilizzo dei social network. Il suo funzionamento è semplice ed è facile rimanere invischiati. È una sorta di tela ordita nei confronti del malcapitato o della malcapitata di turno. Un soggetto, denominato curatore, attraverso i social prospetta ai partecipanti, per lo più giovani, una serie di prove, la condizione per partecipare è tenere all'oscuro di tutto i genitori.

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Le prove consistono nell'adempiere a 50 precetti di natura autolesionistica, uno al giorno, sempre più articolati in un crescendo fino al suicidio che rappresenta l'ultima regola la 50esima. Al cosiddetto 'curatore o tutor' devono essere giornalmente fornite le prove che confermano l'esecuzione delle regole e che consistono in video, foto e testimonianze. Questo soggetto ha il compito di seguire costantemente l'attività delle vittime con l'assegnazione di compiti quotidiani sino al cinquantesimo, la cui prova consiste nel lanciarsi da un palazzo, filmandosi.

Questo 'gioco' sembrava aver avuto presa tra i giovani e ne avrebbe portato al suicidio alcuni, anche se vi sono dubbi sulle prove riguardanti il numero dei decessi. Il nome che gli è stato attribuito 'sfida della balena blu' è evocativo delle balene spiaggiate che vanno incontro alla morte. Essi sono gli unici animali che si suicidano senza una ragione. Molti giovani si sarebbero approcciati al gioco per mera curiosità rimanendo poi coinvolti. Alcune indagini già aperte in altre parti d'Italia avevano però accertato come in Italia non ci fossero mai stati davvero casi di Blue Whale, eccetto un solo episodio, derubricando di fatto la questione a qualcosa di simile ad una maxi-bufala.

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