Toyota, guida al futuro: arrivano
i robot e le auto a idrogeno

La piccola Toyota i-Road durante la prova su strada
La piccola Toyota i-Road durante la prova su strada
di Giorgio Ursicino
5 Minuti di Lettura
Martedì 10 Dicembre 2013, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 00:05

TOKYO - Il Giappone ha riacceso le luci. Non sono ancora quelle abbaglianti che negli anni Ottanta illuminarono il mondo con una tecnologia e una qualit spaziali, ma sicuramente mostrano la strada.

Lo yen indebolito rafforza le esportazioni. La tragedia del terremoto, dello tsunami e, soprattutto, di Fukushima hanno risvegliato il proverbiale orgoglio nazionale dell’Arcipelago che, con lo spostamento dell’asse terrestre verso Oriente, si ritrova ora nell’ombelico del mondo. L’industria e il mercato dell’auto, da sempre asset strategici della corazzata jap, si propongono come motore della ripartenza e, in un salone di Tokyo tornato sfavillante, i potenti costruttori locali hanno lanciato il loro proclama che punta a migliorare la qualità della vita dei giapponesi e del globo intero. «Nel 2020 ospiteremo le Olimpiadi e tutti potranno vedere che Tokyo sarà la città con la mobilità più sostenibile e sicura del mondo».

A spingere l’asticella tanto in alto è stato Akio Toyoda, presidente della Jama, l’associazione che raggruppa le 14 aziende automotive del paese dell’Imperatore. Cosa non di poco conto, Akio san dal 23 giugno del 2009 è anche il numero uno dell’azienda di famiglia fondata dal nonno Kiichiro che, nel 1933, convinse suo papà Sakichi produttore di telai tessili a buttarsi nel business dell’auto.

Con Akio alla guida Toyota è rapidamente uscita dalle difficoltà causate dai corposi “richiami” e nell’anno fiscale in corso viaggia su livelli stratosferici (dopo la semestrale i target sono stati rivisti al rialzo) che dovrebbero consentire di superare i record di fatturato e utile stabiliti prima della crisi economica del 2008.

Come non faceva da tempo, il gigante di Nagoya ha socchiuso le porte di Toyota City per far intravedere la sua visione sul futuro del pianeta e, soprattutto, della mobilità. I super manager del board presenti ai vari eventi hanno chiaramente detto solo una parte della verità, ma hanno mostrato tante innovazioni e la Corporation si è mossa da leader.

Parole forti, impegni importanti, un mix fra i tradizionali asset che hanno reso Toyota famosa in tutti i continenti, facendola diventare il più grande costruttore di veicoli della Terra, e il nuovo approccio voluto da Akio che aggiunge passione ed emozione, sportività e design. Toyota è da sempre l’azienda più proiettata in avanti, quella che vive il presente ma pensa al futuro, anche quello non proprio dietro l’angolo.

L’obiettivo, ambizioso, è di contribuire in maniera rilevante a rendere il pianeta più vivibile e di migliorare l’esistenza delle persone. Non solo negli spostamenti, anche a casa o in ufficio. Quindi Toyota progetta pure edifici più efficienti, con la gestione dell’energia integrata e lo scambio dell’elettricità con la vettura, e sviluppa robot che, oltre a lavorare nelle fabbriche come già fanno, aiuteranno una popolazione sempre più anziana a svolgere i lavori domestici. Veicoli piccoli a grandi, dai minuscoli Winglet a batterie che si cavalcano come pattini spostando il peso del corpo ai grandi bus alimentati ad idrogeno, i mezzi più svariati per muoversi a seconda delle esigenze e delle necessità, liberando la società sempre di più dal carbone e dal petrolio.

Un flash di come sarà la città del domani è Ecoful Town realizzata a Toyota City: dal distributore di idrogeno alle biciclette a pedalata assistita, dalle citycar zero emissioni ai bus che emettono vapore acqueo. Tornando alle più tradizionali vetture gli ingegneri delle tre ellissi hanno dato un paio di pennellate d’autore, confermando che non è nel loro stile adagiarsi sugli allori. I costruttori esteri, in particolare i tedeschi, si sono presentati al Motor Show sulla Baia con le versioni più avanzate (soprattutto plug-in) delle vetture ibride. I manager Toyota, che questa tecnologia l’hanno inventata una ventina d’anni fa e ora ne sono gli indiscussi leader, hanno spostato i riflettori altrove.

Su qualche diavoleria elettrica o sul molto più ambizioso idrogeno. «Per abbassare la CO2, le vetture ecologiche bisogna metterle in strada e noi ne produciamo quasi due milioni di esemplari l’anno, nel 2020 l’80% delle nostre auto vendute in Giappone recupereranno energia. I proclami non ci interessano», ha dichiarato Koei Saga, membro del consiglio di amministrazione. Ma in quel periodo saranno già decine di migliaia le vetture ad idrogeno che usciranno dalle fabbriche Toyota. Eh sì, vetture alimentate in questo modo, sulle quali la casa di Nagoya lavora da oltre un ventennio, sembrano ormai mature per scendere in strada a prezzi tutto sommato accessibili.

Al salone giapponese i tecnici hanno portato il concept dell’ultima evoluzione della dinasty, l’elegante berlina FCV. E poi hanno fatto provare la meccanica del gioiello su un prototipo camuffato sulla pista della Aisin. L’accoppiata è formidabile, le linee filanti del concept sullo stand sprizzano dinamismo, i kW del propulsore elettrico della vettura spingono con decisione nel più assoluto silenzio. I pesi sono disposti in basso e si sente poiché l’auto è agile e piacevole da guidare. Grandi progressi sono stati fatti nella tecnologia dei serbatoi ad alta pressione (prima erano 4 ora ne bastano solo 2) e nello stack delle celle a combustibile che produce molta più energia elettrica emettendo solo vapore acqueo.

La vettura farà il suo esordio negli showroom giapponesi nel 2015 e l’anno successivo sbarcherà negli Usa e in alcuni paesi europei. Il 7 ottobre la FCV ha fatto un test su strada percorrendo i 322 chilometri che separano la sede della Corporation a Toyota City dall’Harumi Pier di Tokyo. All’arrivo nel serbatoio c’era idrogeno per fare almeno altri 300 km. Oltre a far provare diverse Lexus che dialogano di loro e sono in grado di muoversi nel traffico senza l’intervento di chi siede al posto guida, la casa giapponese ha fatto assaporare anche i piaceri dell’intrigante i-Road. Due ruote davanti, una dietro, design modernissimo e piacevole, abitacolo molto curato, agile come uno scoiattolo e motore elettrico per zero emission.

Viene già sperimentata con un programma a Toyota City e dal prossimo anno lo sarà anche a Grenoble con una formula di car sharing. «Vogliamo realizzare le migliori auto di sempre, con una grande attenzione al design e ai costi e con un elevato piacere di guida» ha spiegato il vicepresidente esecutivo per lo sviluppo tecnologico Mitsuhisa Kato illustrando l’architettura TNGA (Toyota New Global Architecture), un approccio che coinvolge contemporaneamente l’intera progettazione dell’azienda andando molto oltre i precedenti concetti di “piattaforma” o di “pianale”.

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