Imu, Comuni: «Senza rimborsi niente stipendi
servono 2,4 miliardi entro domenica»
Palazzo Chigi: avrete risorse in settimana

Piero Fassino
Piero Fassino
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Venerdì 20 Settembre 2013, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 11:23
Se entro domenica non saranno trasferiti dal governo ai Comuni i 2,4 miliardi che coprono la cancellazione della prima rata dell'Imu, molti Comuni al 30 settembre non saranno in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti»: lo ha detto oggi il presidente dell'Anci, Piero Fassino in audizione davanti alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera sul dl Imu.



Fassino: bisogna fare in fretta. «Allo stato attuale dei fatti - ha detto Fassino - la prima rata promessa in questi giorni non è ancora stata trasferita ai Comuni, e senza questi trasferimenti al 30 settembre molti Comuni non saranno in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti. Bisogna fare in fretta perché non facciamo le buste paga con il lapis il 29 settembre, ci sono procedure che richiedono tempi precisi, e se la prima rata non arriva entro domenica, visto che lunedì è già il 22 settembre, c'è il rischio è che 30 settembre non siano in grado di pagare gli stipendi».




«I Comuni non possono pagare il conto delle scelte del governo». «Abbiamo dato la disponibilità a sederci a un tavolo per condividere l'impostazione della nuova Service Tax - ha detto il presidente dell'Anci - e un confronto si aprirà formalmente nei prossimi giorni, ma deve essere chiaro che si deve trattare di un contributo equo da un punto di vista fiscale e sostenibile per i cittadini, cioè il suo ammontare non deve essere più oneroso dell'Imu». Sulle ipotesi avanzate in questi giorni di rivedere l'Imu per consentire di fermare l'aumento dell'Iva, Fassino ha ricordato che si tratta, come per il decreto già varato, «di scelte del governo in cui non entriamo. Ci limitiamo a prenderne atto, perché il governo è libero di fare le sue scelte, ma il conto non deve essere fatto pagare ai Comuni». Fassino nel corso dell'audizione ha ribadito anche la richiesta dei sindaci di allentare il Patto di stabilità interno, che «è una prigione, mortifica gli investimenti e rappresenta un ostacolo all'obiettivo di sostenere gli investimenti per favorire la crescita. Il Patto di stabilità andrebbe comunque rivisto in modo globale riducendo il contributo dei Comuni. Tra il 2007 e il 2014 il contributo finanziario dei Comuni al risanamento dei conti pubblici è stato di 16 miliardi di euro, di cui 4,5 per il contributo al Patto stabilità».



Palazzo Chigi: risorse ai Comuni in settimana. «Con riferimento alle notizie di stampa - si legge in una nota diffusa da palazzo Chigi - relative ai rischi per i pagamenti degli enti locali in relazione al mancato versamento delle risorse corrispondenti alla prima rata dell'Imu sull'abitazione principale e sui terreni e fabbricati agricoli, si ricorda che il decreto legge n° 102 del 2013, che ha disposto la soppressione del versamento della rata, ha contestualmente previsto che tali risorse saranno attribuite ai Comuni sulla base di un decreto del ministro dell'Interno, di concerto con il ministro dell'Economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-Città da adottare entro il 30 settembre 2013. Considerata l'urgenza manifestata oggi in Parlamento dal presidente dell'Anci, il governo si fa carico delle esigenze dei Comuni e adotterà, agli inizi della prossima settimana, i provvedimenti attuativi necessari ad assicurare ai Comuni le risorse necessarie».
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