Enrico Letta riceve l'incarico per il governo. Alfano: no a governicchio e a un nuovo caso Marini

Enrico Letta al Quirinale (foto Gregorio Borgia - Ap)
Enrico Letta al Quirinale (foto Gregorio Borgia - Ap)
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Mercoledì 24 Aprile 2013, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 10:34

ROMA - Incarico a Enrico Letta. Il vice segretario del Pd arrivato poco prima delle 12.30 al Quirinale sulla sua Fiat Ulysse dove ha ricevuto dal capo dello Stato Giorgio Napolitano l'incarico per formare il nuovo governo. Quasi un'ora di faccia a faccia con il Capo dello Stato, poi Letta, come da formula di rito, ha accettato con riserva. Subito dopo, davanti ai giornalisti, ha sottolineato: «Sento il peso sulle mie spalle». Poi ha aggiunto: «Il governo non nascerà a tutti i costi». Letta tornerà probabilmente domenica al Colle per sciogliere la riserva. La fiducia del Parlamento è prevista per lunedì. Quanto ai numeri del governo ci si muove sul solco di Monti, quindi intorno ai 18 ministri.

Giovedì le consultazioni con i partiti, in

primis il Pdl. Ma già oggi Letta ha avuto diversi colloqui con alcuni esponenti di punta del Pd, tra cui Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema. Il capo dello Stato: «Si apre la strada a una larga convergenza tra le forze politiche che possono assicurare la maggioranza al governo». Beppe Grillo intanto attacca: «A Roma si stanno dividendo le ossa e le poltrone della Seconda Repubblica. Nel frattempo l'economia non aspetta».

«Domani, a seconda dell'esito delle consultazioni, si capirà venerdì e sabato come saranno: dipenderà dai messaggi che arriveranno dai gruppi. Siamo in terra incognita, passo passo si capiscono modalità e obiettivi. Ma sono fiducioso», ha poi detto il premier incaricato parlando alla Camera dell'esito delle consultazioni. «Ho iniziato a lavorare da stamattina sia al tema dei punti di programma, di cui domani parlerò con le forze politiche, sia per capire l'equilibrio con cui costruire la squadra», ha aggiunto.

«Il primo pomeriggio di lavoro mi conferma tutta la grande difficoltà, ma sono talmente tanti i messaggi e le spinte di incoraggiamento ricevute che ne traggo uno spirito molto rinfrancato», ha continuato Letta. «La rapidità è necessaria ma la devo contemperare con gli schemi che non sono più quelli del lavoro che si è fatto in precedenza, si inizia con un altro schema».

«Sento una grande responsabilità per la situazione inedita e fragile. Dare subito una risposta all'emergenza

giovani è una priorita», aveva detto Letta al Quirinale, spiegando il suo impegno per «cambiare la politica», che va dalla riduzione del numero dei parlamentari, a cambiare il bicameralismo, a una nuova legge elettorale.

LA DICHIARAZIONE DI LETTA AL QUIRINALE

IL RITRATTO

Letta. «Ho accettato sentendo sulle spalle una grande responsabilità, anche più forte e più pesante della capacità delle mie spalle di reggerla, perché questa situazione inedita e fragile non può continuare. Il Paese sta aspettando un governo», ha detto Letta dopo aver accettato con riserva l'incarico.

«Mi metto in questo impegno perché penso che il paese ha bisogno di risposte specie quella parte del paese che soffre che ha bisogno di lavoro che non c'è, le imprese che chiudono i giovani che vanno via dal paese», ha detto ancora il presidente incaricato. Bisogna dare una risposta all'emergenza giovani e questa sarà una priorità, ha affermato ancora Letta.

Secondo Letta ora è necessario «dare risposte attraverso una politica credibile». «O si trova credibilità o non c'è possibilità di trovare gli strumenti per risolvere i problemi - ha aggiunto -. C'è bisogno di strumenti che solo la politica puo avere. Io metterò grande impegno e determinazione per far sì che possa uscire una politica italiana diversa attraverso riforme costituzionali necessarie per ridurre il numero dei parlamentari, cambiare il sistema di bicameralismo paritario che ha bloccato il Paese, fare una legge elettorale di quella che ha fino per bloccare la situazione».

«Il mio grande impegno sarà a far sì che da questa vicenda possa uscire una politica italiana diversa con riforme istituzionali per ridurre il numero dei parlamentari, cambiare il bicameralismo e una nuova legge elettorale», ha continuato Letta. «Se si rivotasse ora l'effetto blocco sarebbe uguale a quello attuale e non ce lo possiamo permettere. Ecco perché faccio un appello alla responsabilità di tutte le forze politiche in Parlamento perché facciano tutte insieme quelle riforme necessarie come la riduzione dei parlamentari e la legge elettorale», sono state ancora le parole di Letta.

«Il governo non nascerà a tutti i costi». «Governo di servizio al paese». Così Letta ha definito il suo esecutivo, che ha sottolineato avrà obiettivi chiari: moralizzazione della vita pubblica e riforme costituzionali. Poi però ha avvertito: «Questo governo non nascerà a tutti i costi, ma se ci saranno le condizioni. Io ce la metterò tutta perchè gli italiani non ce la fanno più dei giochetti della politica. Con grande umiltà e senso del limite ma con una determinazione fortissima a dare seguito alla volontà del presidente della Repubblica», ha detto Letta.

Bersani. Il segretario dimissionario del Pd Pierluigi Bersani ha commentato con grande soddisfazione l'incarico a Letta. «Bene, benissimo» ha detto entrando alla sede del partito.

Renzi. «In bocca al lupo e un forte abbraccio». Lo scrive su Twitter Matteo Renzi a proposito dell'incarico di formare un governo al vice segretario del Pd.

«In bocca al lupo Enrico Letta. Vai avanti con coraggio e vedrai che il Pd unito ti seguirà con convinzione e determinazione.». Lo scrive Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, su twitter.

Ma nel Pd non tutti sono entusiasti del governo Letta e qualche contrario si fa sentire (continua a leggere).

Alfano: no a governicchio. «E bene chiarire al Pd che per noi non ci sarà un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile». Lo dice il segretario del Pdl Angelino Alfano. «Se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo».

«Abbiamo la netta impressione che il Pd un governo forte non voglia farlo, ma non possa dirlo - afferma Alfano in una nota -. È desolante la lettura, sui giornali di questa mattina, delle dichiarazioni di numerosissimi esponenti del Partito Democratico. Un florilegio di attacchi al Popolo della Libertà, al suo leader e alla storia del nostro partito, unito a organigrammi, nomi, poltrone e cadreghe varie. Il tutto aggravato da una inquietante sudditanza psicologica a una sorta di primato dei tecnici. Prima ancora di sapere chi sia il presidente incaricato, è bene chiarire al Pd che per noi non ci sarà un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile, con nomi che rendano evidente questo sostegno e con un programma fiscale chiarissimo ed inequivocabile. Non intendiamo pagare altri prezzi per la nostra lealtà e ribadiamo che o il governo è forte, politico (con i tecnici abbiamo già dato), duraturo e capace di affrontare la crisi economica oppure, se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo».

In attesa che Silvio Berlusconi arrivi in America e contatti i big pidiellini, la linea resta immutata: garanzie sulla natura del governo, il più possibile politico, e un programma chiaro che racchiuda alcuni "cavalli di battaglia" del Popolo della Libertà, innanzitutto l'abrogazione dell'Imu (il Cavaliere vorrebbe che venissero restituiti i soldi già versati nella prima tranche) e poi gli sgravi alle imprese. L'ex premier ha fatto sapere di essere disponibile a trattare essendo stato il primo, subito dopo le elezioni, a sponsorizzare un governo di larghe intese. L'asticella delle richieste però resta alta visto che il Cavaliere ha intenzione di strappare il più possibile delle garanzie da poter giustificare il sì ad un esecutivo con il Pd.

«Auguri a E. Letta,noi faremo opposizione costruttiva e responsabile a governo con azionisti gli autori sfascio cioè la destra berlusconiana», scrive Nichi Vendola su Twitter. «Il governissimo che si sta cercando di mettere in piedi è un esito sciagurato, un ritorno inaccettabile alla prima Repubblica», ha poi aggiunto Vendola. «Non lavoreremo ai fianchi il Pd né cercheremo di lucrare sulle sue sofferenze», ha detto ancora il leader di Sel. Il governatore della Puglia ha ricordato che il suo partito insieme al Pd governa «tanta parte dell'Italia, abbiamo vinto le elezioni in Friuli e stiamo per vincere quelle a Roma. Non ci presentiamo - ha concluso Vendola - come una zattera che deve raccogliere i naufraghi o i profughi del Pd perché al primo posto c'è la ricostruzione delle ragioni del centrosinistra».

Il no di Meloni. «Governo Letta rischia di essere un Monti bis. Fratelli d'Italia non ne farà parte. All'opposizione ci occuperemo dei problemi degli italiani». È quanto scrive su Twitter il capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Letta o Amato non fa differenza per i parlamentari del M5S che si preparano ora a dare battaglia dall'opposizione sui contenuti delle norme e, non ultimo, sull'attribuzione delle presidenze di Commissione a partire da quelle speciali, Vigilanza Rai e Copasir. «Letta è solo più giovane. Rispetto ad Amato ha un'immagine più potabile: ma voglio vedere ora quanto potabili riusciranno ad essere i suoi ministri», commenta il deputato Alfonso Bonafede.

Anche per parlamentare Cinque Stelle, Walter Rizzetto, Letta e Amato «sono sullo stesso piano» sono espressione di quello che «qualcuno chiama inciucio o inciucione, parte di quegli accordi trasversali che non ci piacciono per nulla». Dunque, «non voteremo la fiducia perchè se dobbiamo svolgere il ruolo di oppositori, faremo un'opposizione giusta, equa, ma anche forte». L'obiettivo del M5s deve insomma essere, afferma Rizzetto, quello di portare avanti un'opposizione «costruttiva. Pd e Pdl dovranno mollare su qualcosa, come l'anticorruzione o i tagli ai costi della politica, altrimenti quando riandiamo a votare arriviamo al 45% di consenso».

Il premier uscente Mario Monti, si è rallegrato con Letta e gli ha augurato «pronto e pieno successo nella formazione del nuovo governo». «Grazie all'articolata e significativa esperienza già maturata malgrado la giovane età in campo politico, culturale e sociale - sottolinea Monti - il presidente Letta saprà guidare efficacemente l'Italia nell'impegnativo percorso di riforme istituzionali ed economiche necessarie» e «riuscirà anche a consolidare la credibilità dell'Italia sul piano internazionale».

Amato. Giuliano Amato, l'altro candidato favorito per l'incarico, ha commentato: «Assolutamente soddisfatto». Poi ha aggiunto: «Il capo dello Stato è un organo di garanzia. È come un motore di riserva che, se si inceppa la macchina del circuito governo-Parlamento, entra in funzione. È un motore che non sostituisce questo meccanismo ma è come se fosse un motore di avviamento, da azionare per accendere l'auto quando si spegne».

«Napolitano è come il motorino di avviamento». Alla presentazione del libro “La Repubblica del presidente”, Amato, proprio negli stessi minuti in cui viene chiamato al Quirinale Letta, punta il dito contro le forze politiche che finora sono rimaste sorde agli appelli di Napolitano. «Cosa ci mette Napolitano di più in tutto ciò? Alle prese con un sistema politico-istituzionale non molto diverso dalla mia Panda del '90, lui è come il motorino di avviamento, il cui uso è frequente perché l'auto si spegne con facilità». «In questo settennato - conclude Amato - è stato necessario che Napolitano intervenisse, non in sostituzione di qualcuno o qualcosa, ma per riaccendere la macchina».


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